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Le ricerche di Gerona 2005

(09-08-15) L'ictus accelera il decadimento cognitivo rispetto al normale invecchiamento cerebrale





Secondo uno studio pubblicato su Jama, il decadimento cognitivo osservato in molti pazienti colpiti da ictus non solo continua a peggiorare negli anni successivi all'evento, ma lo fa a un ritmo più veloce del normale invecchiamento cerebrale. «I nostri dati indicano che l'ictus si associa a un declino cognitivo a lungo termine» esordisce Deborah Levinedell'University of Michigan medical school, coautrice dell'articolo, che assieme ai colleghi ha analizzato i dati di 23.572 ultraquarantacinquenni arruolati nell'anno 2000 nel trial Regards, Reasons for geographic and racial differences in stroke, uno studio di coorte coordinato dalla University of Alabama a Birmingham e finanziato dai National institutes of health. I partecipanti, privi di deficit neurologici all'inizio del follow-up, sono stati sottoposti a test cognitivi ripetuti a intervalli regolari durante il periodo di studio. Nel corso del decennio successivo, 515 persone sono state colpite da ictus, e i ricercatori hanno confrontato i risultati dei loro test con quelli della restante coorte di 23.057 soggetti rimasti liberi da eventi cerebrovascolari. Così facendo Levine e colleghi hanno scoperto che l'ictus si associa a un declino accelerato non solo dello stato cognitivo globale, ma anche della capacità di apprendimento e della memoria verbale con difficoltà, per esempio, nel capire frasi complesse o ricordare numeri telefonici. «Un episodio cerebrovascolare acuto è un evento invalidante, e il decadimento della sfera cognitiva è una delle principali cause di disabilità» scrivono i ricercatori, aggiungendo che questi risultati suggeriscono la necessità di migliorare il follow-up a lungo termine dei sette milioni di nordamericani sopravvissuti a un ictus, specie con trattamenti specifici mirati a mantenere o riguadagnare le capacità cognitive perdute. Gli autori dell'articolo suggeriscono inoltre che il deficit neurologico funzionale a lungo termine potrebbe essere un marcatore per misurare gli effetti delle terapie usate nelle fasi iniziali dell'ictus. «Servono ulteriori studi per verificare se il declino cognitivo dopo l'evento acuto sia il risultato di un'insufficiente riabilitazione, di un danno cerebrale da fattori di rischio non controllati oppure di altri meccanismi» conclude Levine.

FONTI:
JAMA. 2015 Jul 7;314(1):41-51. doi: 10.1001/jama.2015.6968
doctornews33

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