(25-08-15) Il diabete tipo 2 compromette la sfera cognitiva alterando il flusso ematico cerebrale
Nell'arco di due anni, nelle persone con diabete tipo 2 (Dm2) il flusso cerebrale si modifica negativamente associandosi a punteggi più bassi sia nei test cognitivi sia nella capacità di svolgere le attività quotidiane. Questo, almeno, è quanto conclude uno studio su Neurology coordinato da Vera Novak della Harvard Medical School di Boston. «Una normale regolazione del flusso ematico nel parenchima cerebrale permette di ridistribuire il sangue nelle aree encefaliche più impegnate nell'esecuzione di determinate attività» sottolinea la ricercatrice, spiegando che i dati raccolti indicano che i pazienti con Dm2 hanno un'alterata regolazione del flusso sanguigno. In altri termini, diabete e iperglicemia hanno un effetto cronicamente negativo sulla ridistribuzione dei volumi ematici nelle diverse zone dell'encefalo, compromettendo le capacità cognitive e decisionali. Il trial ha coinvolto 40 persone con età media di 66 anni, di cui 19 avevano un Dm2 trattato da almeno tredici anni e 21 erano liberi dalla malattia. «All'inizio del periodo di osservazione e dopo due anni di follow up i partecipanti sono stati sottoposti a test mnemonici e di apprendimento, a una risonanza magnetica per verificare volume encefalico e flussi cerebrali, nonché ad analisi biochimiche per misurare la glicemia e gli indici infiammatori» riprende l'autrice, precisando che al termine del secondo anno si è verificata nei diabetici una riduzione delle capacità sia cognitive, mnemoniche e in termini di svolgimento delle attività quotidiane sia di regolazione del flusso ematico cerebrale rispetto al gruppo di controllo. «Abbiamo osservato che l'incapacità di ridistribuire il sangue nell'encefalo si associava in modo dose dipendente all'aumento degli indici infiammatori, indipendentemente dal controllo metabolico e della pressione sanguigna» aggiunge Novak. E conclude: «Se confermati, questi risultati dimostrano che nei soggetti con Dm2 la rilevazione e il monitoraggio della regolazione del flusso di sangue può essere un importante fattore predittivo in termini di declino cognitivo».
FONTI:
Neurology, Published online before print July 8, 2015, doi: 10.1212/WNL.0000000000001820
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