(02-09-15) La capacità dell'Hdl di rimuovere il colesterolo predice il rischio cardiovascolare
L'Hdl è il colesterolo buono che aiuta a rimuovere il grasso dalle pareti delle arterie preservando il cuore dall'ischemia, anche se studi recenti suggeriscono che aumentarne semplicemente i livelli ematici non riduce il rischio cardiovascolare. Ma gli scienziati della Scuola di Medicina Perelman all'Università di Pennsylvania hanno appena dimostrato che la funzione dell'Hdl, ossia la sua capacità di rimuovere il colesterolo, può essere espressione non solo del rischio coronarico, ma anche dell'efficacia dei farmaci per proteggere il cuore. «Le malattie cardiovascolari fanno oltre 17 milioni di vittime l'anno, circa un terzo del totale mondiale» afferma Daniel Rader, direttore di Medicina preventiva cardiovascolare alla Penn Medicine e coautore di uno studio pubblicato su The Lancet Diabetes & Endocrinology da cui emerge che nelle persone in cui la funzione del colesterolo Hdl è più efficiente si verificano nel corso degli anni molti meno attacchi di cuore o altri disturbi cardiaci rispetto a quanti se ne osservano nelle persone con Hdl a bassa funzionalità. Per giungere a queste conclusioni i ricercatori hanno utilizzato i dati di uno studio a lungo termine svolto nel Norfolk, una contea dell'Inghilterra orientale, cui hanno preso parte più di 25.000 uomini e donne sottoposti a visite ed esami del sangue dal 1993 al 1997. Di questi, 1.745 hanno sviluppato una malattia coronarica durante il follow-up terminato nel 2009. E analizzando i campioni di sangue congelato gli autori hanno scoperto che la capacità delle Hdl di promuovere l'efflusso di colesterolo, ovvero la loro attitudine ad accettare colesterolo dai macrofagi, azione che ne riflette l'attività antiaterogena, era significativamente migliore nei controlli sani rispetto ai pazienti cardiopatici. «Le aziende farmaceutiche stanno ancora sviluppando farmaci per aumentare i livelli di Hdl, e alcuni di questi hanno anche la capacità di aumentarne la funzione» commenta in un editoriale Kerry-Anne Rye del Centro di ricerche vascolari alla Universityof New South Wales di Sydney, Australia. E conclude: «Ed è proprio su questi composti che bisogna puntare per proteggere al meglio cuore e vasi».
FONTI:
Lancet Diabetes Endocrinol. 2015. doi: 10.1016/S2213-8587(15)00126-6
Lancet Diabetes Endocrinol. 2015. doi: 10.1016/S2213-8587(15)00205-3
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