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Le ricerche di Gerona 2005

(22-09-15) Nitrati a pranzo? Si, grazie


Una dieta ricca di frutta e verdura apporta ossido nitrico e protegge la salute dei vasi sanguigni.
NUTRIZIONE

Il ruolo del monossido d’azoto (NO) sulla regolazione vasale è ormai assoldato. Il premio Nobel 1998 per la Medicina/Fisiologia è stato attribuito a Ignarro “per le sue scoperte riguardanti l’ossido nitrico come molecola segnale nel sistema cardiovascolare”. Anche “Science”, la prestigiosa rivista scientifica aveva eletto l’NO come “molecola dell’anno” ben sei anni prima. E in effetti, l’NO agisce come un importante messaggero intra- ed inter-cellulare regolando numerosissime funzioni.

Per contro, una riduzione della disponibilità di NO a causa di obesità e disfunzione endoteliale potrebbe essere correlata  allo sviluppo di malattie legate allo stile di vita come la resistenza all'insulina, la cardiopatia ischemica e l’ipertensione.

L’NO presente nell’organismo viene sintetizzato dall’enzima NO sintasi (nelle sue isoforme costitutiva e inducibile) a partire da L-arginina, un aminoacido basico essenziale nei bambini, prodotta dal ciclo dell’urea nell’adulto.

Una porzione di verdura (lattuga, spinaci..) contiene più nitrati di quelli generati endogenamente dalle isoforme della NO sintasi nell’uomo in un giorno.

I nitrati assunti con una dieta ricca di frutta e verdura agiscono in varie forme molecolari, tra cui NO, nitriti, e S-nitrosotioli, attraverso la via entero-salivare.

I nitrati assunti con la dieta vengono assorbiti nel tratto gastrointestinale superiore e raggiungono i livelli plasmatici di picco intorno a 30-60 minuti dopo l'ingestione. Circa il 25% del nitrato assorbito viene inviato alla ghiandola salivare e secreto nella saliva nella cavità orale, dove viene poi ridotto a nitriti dai batteri anaerobici commensali sulla lingua.

Nello stomaco la produzione di NO è notevolmente migliorata in presenza di polifenoli alimentari e acido ascorbico:  l'NO rilasciato contribuisce a aumentare il flusso di sangue della mucosa e lo spessore del muco per garantire la normale fisiologia gastrica. I nitrati vengono poi escreti con le urine e infatti i livelli plasmatici ed urinari di nitriti/nitrati correlano abbastanza bene con la produzione “endogena” di NO, anche dopo particolari terapie.

Le malattie legate allo stile di vita sono caratterizzate dalla presenza di stress ossidativo e stato pro-infiammatorio con ridotta biodisponibilità di NO. Studi scientifici hanno fornito prove convincenti  che suggeriscono  che la dieta nitrati/nitriti migliora le caratteristiche di numerose malattie croniche, quali resistenza all'insulina, ipertensione, ischemia cardiaca / riperfusione, broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), cancro e osteoporosi , migliorando la disponibilità di NO.

In dettaglio, la resistenza all’insulina è migliorata dall’NO a vari livelli, tra cui la secrezione di insulina, la funzione mitocondriale, la modulazione dell’infiammazione e l'assorbimento del glucosio; l’assunzione di frutta e verdura riduce la pressione arteriosa e i nitrati presenti localmente nella zona ischemica migliorano la risposta del tessuto cardiaco.

Abitudini e stili di vita, come il fumo, l’assunzione di alcol, la sedentarietà e una quantità insufficiente di assunzione di calcio influenzano il metabolismo del calcio e della vitamina D con conseguenze deleterie sullasalute delle ossa e possono portare a osteoporosi. I nitrati organici donatori di NO, come il glicerolo trinitrato, l’isosorbide dinitrato e mononitrato  hanno effetti benefici sulla osteoporosi sperimentale e clinica e un certo numero di studi epidemiologici indicano che una dieta ricca di frutta e verdura sembra avere un effetto protettivo contro l'osteoporosi.  

Ecco allora che l’assunzione di frutta e verdura ricche di nitrati/nitriti è un modo economico e facilmente praticabile per prevenire la resistenza all'insulina e la disfunzione endoteliale vascolare, aumentando la disponibilità di NO.

Autori: J Kobayashi,  K Ohtake, H Uchida
Fonte: Nutrients. 2015 Jun; 7(6): 4911–4937.
Link della fonte: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4488823/

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