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Le ricerche di Gerona 2005

(26-09-15) Ogni settimana di gestazione in meno aumenta il rischio futuro di ADHD




Secondo uno studio pubblicato su Pediatrics, i bambini prematuri e quelli con scarsa crescita fetale sono ad aumentato rischio di sviluppare la sindrome da deficit di attenzione/iperattività (ADHD), rischio evidente anche tra i bambini quasi a termine. «In base ai nostri dati, ogni settimana di gestazione in meno aumenta il rischio di ADHD, cosa che testimonia l'importanza di ogni singolo giorno di gestazione in termini di futuro sviluppo neurologico» esordisce Minna Sucksdorff dell'Università di Turku, in Finlandia, prima autrice dell'articolo, sottolineando tuttavia che anche la scarsa crescita del feto si associa a un aumento del rischio di ADHD. I ricercatori hanno valutato i dati di 10.321 pazienti affetti da ADHD confrontandoli con 38.355 soggetti di controllo per verificare i legami tra età gestazionale, peso e rischio di ADHD. I dati dei registri nazionali finlandesi sono stati usati per identificare i bambini nati da parti singoli tra il 1991 e il 2005, incrociando i dati con le diagnosi di ADHD poste fino al 31 dicembre 2011. «L'età media di comparsa della malattia è stata di 7,6 anni, e l'84% dei bambini era di genere maschile» scrivono i ricercatori, sottolineando che il rischio di ADHD aumenta per ogni settimana di gestazione persa, e che l'associazione inversa persiste anche dopo aggiustamento per fattori confondenti come il fumo in gravidanza, l'età e la storia psichiatrica dei genitori e lo status socio-economico. Inoltre, gli autori hanno scoperto un aumento del rischio per l'ADHD anche tra i neonati piccoli o grandi per l'età gestazionale, notando che una riduzione o un aumento di due deviazioni standard rispetto al peso gestazionale medio si associa a un rischio quasi doppio di ricevere una diagnosi di ADHD. «Molteplici fattori possono essere in gioco, comprese eventuali interruzioni della mielinizzazione o dello sviluppo corticale, così come infezioni, processi immuno-mediati o stress» ipotizza Sucksdorff, concludendo che questi risultati evidenziano l'importanza della prematurità e della scarsa crescita fetale nella patogenesi dell'ADHD.


FONTI:
Pediatrics. 2015. 0.1542/peds.2015-1043
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26304830
doctornews33

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