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Le ricerche di Gerona 2005

(01-10-15) Nuovi attori nella patogenesi del diabete 2


Degenerano anche le cellule delta del pancreas
 
Il diabete di tipo 2 è una patologia che negli ultimi 10 anni ha visto un incremento importante nella popolazione generale. I dati del 2010 riportano che 257 milioni di persone nel mondo ne sono affette: la sedentarietà, la prevalenza del sovrappeso e dell’obesità sono alcune delle cause del dilagare di questa patologia cronica, che aumenta di 2-4 volte il rischio di insorgenza di malattie cardiovascolari e di 20 volte il rischio di subire amputazioni.

Fino ad oggi si pensava alla sua patogenesi come riduzione tissutale della sensibilità all’insulina e/o ridotta produzione di insulina da parte delle cellule beta pancreatiche di Langerhans . Oggi, uno studio rivela come nel diabete oltre alla degenerazione delle cellule beta pancreatiche si verifichi un danno anche alle cellule delta.
La ricerca è il risultato di uno studio realizzato dal gruppo di Franco Folli dell’Università del Texas, in stretta collaborazione con il gruppo di Carla Perego dell’Università Statale di Milano e di Stefano La Rosa dell’Ospedale di Circolo di Varese.

Il lavoro si è focalizzato sulle isole del Langerhans, una piccola popolazione di cellule endocrine presenti nel pancreas ed essenziali per il controllo degli zuccheri.

E’ ormai da tempo noto che lo sviluppo del diabete di Tipo 2 si caratterizza dalla progressiva disfunzione e morte delle cellule beta pancreatiche, responsabili della sintesi e del rilascio di insulina. Il lavoro di ricerca, per la prima volta, chiama in causa anche le cellule delta che secernonosomatostatina, un ormone a funzione regolatoria della secrezione di insulina e glucagone nell’isola del Langerhans.
Utilizzando un approccio morfologico e biochimico, il team di ricerca ha osservato che le modificazioni funzionali dell’isola durante la progressione del diabete sono correlabili ad una riduzione della massa delle cellule delta pancreatica, oltre a quella beta pancreatica. Analisi immunoistochimiche hanno evidenziato l’esistenza di processi di degenerazione nelle cellule delta di pancreas diabetici di babbuini, deceduti per cause naturali. I babbuini, in quanto primati, hanno caratteristiche fisiologiche simili all’uomo e sviluppano diverse patologie, tra cui anche diabete di tipo 2.

“Crediamo che il lavoro sia particolarmente significativo perché si focalizza su questa piccola popolazione pancreatica, il cui ruolo nella patologia del pancreas è ancora in gran parte da esplorare” commenta Carla Perego del Laboratorio di Fisiologia Cellulare del Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari della Statale di Milano.

La somatostatina potrebbe essere il nuovo bersaglio per il controllo del diabete 2 o comunque potrebbe dare nuovi elementi per studiare i meccanismi alla base della patologia, fermo restando il primo e costante intervento basato sul controllo nutrizionale e l’aumento dell’attività fisica.

Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Diabetologia.
Autori: Rodolfo Guardado Mendoza, Carla Perego, Giovanna Finzi et al.

Fonte: Diabetologia, giugno 2015
http://link.springer.com/article/10.1007/s00125-015-3625-5

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