(10-10-15) Smettere di fumare dopo un infarto si associa a una migliore salute mentale
Uno studio pubblicato su Circulation: Cardiovascular Quality and Outcomes dimostra che smettere di fumare dopo un attacco di cuore ha benefici immediati tra cui meno dolore al petto, una migliore qualità della vita quotidiana e un miglioramento della salute mentale. «Molti di questi effetti benefici emergono già dopo poco più di un mese di astinenza dalle sigarette, per diventare ancora più evidenti dopo un anno» esordisce la coautrice dell'articolo Sharon Cresci della Washington University School of Medicine a St. Louis. E prosegue: «È noto da tempo che smettere di fumare dopo un attacco di cuore riduce in modo significativo il rischio di ulteriori eventi acuti e il rischio di morte in generale, ma poco si sa circa altri benefici per la salute che potrebbero avere un impatto più immediato sulla vita delle persone, fornendo loro ulteriori motivazioni per liberarsi dal vizio». Per approfondire l'argomento i ricercatori hanno analizzato i dati di circa quattromila partecipanti a due studi multicentrici controllati sull'infarto miocardico acuto, classificandoli come non fumatori, ex fumatori prima dell'infarto o fumatori attivi. «Tra i fumatori attivi, il 46% ha smesso nel primo anno successivo all'infarto» spiega Cresci, sottolineando che sia la prognosi sia i sintomi delle persone che avevano smesso di fumare dopo l'infarto acuto del miocardioerano nettamente migliori in confronto a quelli dei fumatori attivi in termini di precordialgie ma anche di salute mentale e qualità della vita. «Uno dei più importanti indicatori prognostici dopo un infarto del cuore è la frequenza e l'intensità degli attacchi anginosi successivi, con dolore toracico che può irradiare al braccio sinistro e al collo talvolta accompagnato da nausea e dispnea» scrivono gli autori. E concludono: «I nostri risultati indicano con chiarezza che abolire le sigarette dopo un infarto miocardico acuto non solo riduce il rischio di morte e di eventi cardiovascolari successivi, ma si associa a un migliore stato di salute a lungo termine rispetto a chi, invece, continua a fumare».
FONTI:
Circ Cardiovasc Qual Outcomes. 2015. doi:10.1161/CIRCOUTCOMES.114.001545
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26307130
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