(20-10-15) Per i ricoverati il fine settimana in ospedali britannici il rischio di morte è più alto
Rispetto a chi entra nei giorni feriali, i ricoverati in ospedale nel fine settimana hanno maggiori probabilità di avere patologie complesse e un rischio di morte più alto. Questo è quanto conclude sul British Medical Journal uno studio frutto della collaborazione tra Ospedale Universitario di Birmingham e University College di Londra coordinato da Bruce Keogh, direttore medico del Servizio sanitario nazionale (Nhs) britannico. «Abbiamo esaminato il rapporto tra giorno di ingresso e mortalità in tutti gli ospedali del Regno Unito tra il 2013 e il 2014» esordisce il direttore dell'Nhs, spiegando che i risultati ottenuti confermano quelli già ottenuti nel periodo 2009-2010. Per dirla in numeri, sono circa 11.000 in più le persone che muoiono ogni anno entro 30 giorni da un ricovero avvenuto di sabato o domenica rispetto agli altri giorni settimanali. «L'effetto week-end viene in parte spiegato dalla riduzione dei servizi di supporto dal tardo venerdì e per tutto il fine settimana» affermano gli autori, precisando che l'aumentato rischio di morte osservato sabato e domenica non coinvolge chi è già degente in ospedale, ma solo i nuovi ricoveri.
«Questi dati non consentono di dimostrare che l'eccesso di mortalità nel week-end avrebbe potuto essere evitato, ma servono di sprone per capire quali servizi devono essere migliorati» riprende Keogh, che assieme ai colleghi ha analizzato quasi cinque milioni di ricoveri, di cui 2,7 avvenuti nei giorni feriali, 1,2 di sabato e uno di domenica. E i risultati parlano chiaro: nel week-end i ricoveri avevano maggiori probabilità di essere emergenze mediche o chirurgiche rispetto agli altri giorni della settimana, con durata della degenza significativamente superiore. Inoltre, consultando le cartelle cliniche, gli autori hanno scoperto che un maggior numero di pazienti ricoverati sabato e domenica aveva diagnosi che li poneva a un rischio maggiore di morte rispetto ai ricoverati nei giorni feriali. E a buttare benzina sul fuoco del dibattito sui sette giorni lavorativi ci ha pensato il segretario di stato alla salute Jeremy Hunt con un appello che chiedeva ai medici ospedalieri un maggiore impegno lavorativi nei fine settimana per migliorare la qualità delle cure e ridurre le morti.
Ma in un editoriale di accompagnamento pubblicato sul British Medical Journal Helen Crump, esperta di politica sanitaria al Nuffield Trust di Londra, spiega che non è chiaro né quali servizi potenziare né in quale misura farlo per ridurre la mortalità nel fine settimana, e che i costi dell'operazione potrebbero superarne i benefici. «Potenziare servizi e personale nel week-end potrebbe lasciare pericolosi vuoti nei giorni feriali, con conseguenze potenzialmente anche gravi» sostiene Crump. E in un secondo editoriale Paul Aylin dell'Imperial College di Londra suggerisce di approfondire i rapporti tra personale, servizi e sicurezza del paziente. «La rinegoziazione dei contratti tra medici e NHS sarà un'occasione ideale» afferma Aylin, commentando l'intenzione del governo britannico, annunciata da Hunt, di eliminare una clausola del contratto dei medici che permette agli specialisti ospedalieri, iconsultants, di scegliere di non lavorare nel fine settimana. Anche se, come risulta dai dati ottenuti dal British Medical Journal, solo l'1% di essi sceglie di non farlo.
Fonti:
BMJ 2015. doi: 10.1136/bmj.h4596
http://www.bmj.com/content/351/bmj.h4596
BMJ 2015. doi: 10.1136/bmj.h4473
http://www.bmj.com/content/351/bmj.h4473
BMJ 2015. doi: 10.1136/bmj.h4652
http://www.bmj.com/content/351/bmj.h4652
doctornews33
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