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Le ricerche di Gerona 2005

(20-11-15) Confronto tra una dieta paleolitica ed occidentale: non c’è storia!


Angelo novembre 3, 2015

    
Adattamento: Angelo

Il nostro genoma si adatta molto lentamente rispetto alle condizioni esterne che cambiano. Molte malattie “occidentali” sono causate da disallineamenti tra il nostro genoma ancora ancorato al Paleolitico e l’ambiente in rapida evoluzione, tra cui la nostra dieta.
L’obiettivo dell’interessante studio che vi presentiamo era quello di ricostruire più diete paleolitiche per stimare gli apporti nutrizionali su cui l’umanità si è evoluta.
Per eseguire la stima è stato utilizzato un database degli alimenti vegetali ed animali (carne e pesce) dell’Africa orientale.
Inoltre sono stati inseriti due vincoli fisiopatologici:
– proteine ​​<35% energetico;
– l’acido linoleico (LA)>1,0%
Il tutto considerando un rapporto di cibo vegetale/animale variabile nel range del 30/70 e 70/30.
Partendo da queste basi, i ricercatori hanno studiato le strategie di approvvigionamento delle popolazioni di cacciatori-raccoglitori nella savana e hanno trovato un apporto moderato-alto di proteine ​​(25-29%), una moderata-alta percentuale di grassi (30-39%) e carboidrati moderati (39-40%) (ndr. mi sembra la dieta a zona…). La composizione in acidi grassi era SFA (saturi) (11,4-12%), acidi grassi monoinsaturi (5,6-18,5%) e PUFA (polinsaturi) (8,6-15,2%). Questi ultimi erano ad alto contenuto di acido α-linolenico (ALA, potente antinfiammatorio) (3,7-4,7%), a basso contenuto di Acido Linoleico (LA) (2,3-3,6%), e ad alto contenuto di grassi polinsaturi a catena lunga (LCP; 4,75-25,8 g/die!!!!), LCP n-3 (omega 3) (2,26-17,0 g/d), LCP n-6 (omega 6) (2,54-8,84 g/die), il rapporto ALA/LA (1,12-1,64) ed il rapporto LCP n-3/LCP n-6 (0,84-1,92) (ndr. nelle diete occidentali se va bene questo rapporto è 12, negli Stati Uniti si stima che arrivi anche 20 con conseguente infiammazione sistemica).
Coerentemente con la vasta gamma di variabili dipendenti, l’assunzione di nutrienti ha mostrato ampia variabilità.
I ricercatori hanno concluso che rispetto alle diete occidentali, le diete paleolitiche hanno:
contenuti costantemente superiori di proteine ​​e di omega 3 a catena lunga (ndr. questi ultimi si trovano solo in cibi animali!!!)
più bassi in acido linoleico.
Questi sono in grado di contribuire ai noti effetti benefici di una dieta paleolitica-simile, ad esempio, attraverso una maggiore sazietà. Inoltre la dieta paleo era relativamente:
alta in grassi saturi e moderata in monoinsaturi e polinsaturi;
molto più alta in colesterolo! Almeno il doppio rispetto a quanto raccomandato dai nostri bravi nutrizionisti.

Questo modello dietetico rispecchia, con le dovute limitazioni, il modello dietetico col quale ci siamo evoluti per migliaia di anni.
Le disparità tra le assunzioni dietetiche alimentari del Paleolitico e quelle attualmente consigliate potrebbero essere fattori importanti alla base della eziologia delle malattie occidentali comuni.
Adottare una dieta paleo probabilmente non ci farà vivere più a lungo ma allungherà certamente la nostra aspettativa di vita sana.
I dati sulle diete e gli stili di vita del paleolitico, piuttosto che la ricerca di singole sostanze nutritive, potrebbe essere utile per la progettazione razionale di studi clinici.
(ndr. parole sante!!!! Nelle conclusioni, gli autori hanno letteralmente smontato tutto un enorme filone di ricerche in tema nutrizione che si è fossilizzato per decenni a studiare le sostanze nutritive singole e non il “cibo” visto nel suo insieme molto più complesso di interazioni. Alla faccia di “mangiate poche proteine“!!!!).
Per chi volesse approfondire sotto c’è il link con lo studio completo.
Riferimento:
Br J Nutr. 2010.
Estimated macronutrient and fatty acid intakes from an East African Paleolithic diet.
Kuipers RS, et al.

Fonte: http://www.evolutamente.it/una-stima-in-macronutrienti-e-micronutrienti-di-una-dieta-paleolitica/

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