(19-12-15) Cancro giovanile, restano alte le comorbilità in età adulta

Su Jama Oncology sono stati appena pubblicati due studi e un editoriale sulla prognosi a lungo termine nei sopravvissuti a un cancro in età infantile o giovanile. Nel primo studio, Kathrine Rugbjerg del Danish Cancer Society Research Center di Copenhagen ha esaminato il rischio di ricoveri ospedalieri fino a 34 anni dopo una diagnosi di neoplasia ricevuta da oltre 33.000 adolescenti o giovani adulti dal 1943 al 2004, confrontandolo con quello della popolazione generale. E a conti fatti risulta che i sopravvissuti hanno un aumento del rischio complessivo di ospedalizzazione significativamente maggiore del gruppo di riferimento, con tassi di ricovero particolarmente elevati nei soggetti con pregresse leucemie, tumori cerebrali e linfomi di Hodgkin. «La morbilità, legata al tipo di tumore, sottolinea la necessità di follow-up personalizzati al fine di migliorare la prevenzione delle patologie indotte dai passati trattamenti» concludono i ricercatori. Nel secondo studio invece, Kevin Krull del St. Jude Children's Research Hospital a Memphis, Tennessee, ha esaminato gli esiti in età adulta riferiti da 80 sopravvissuti a un osteosarcoma infantile, età media 39 anni, a distanza di quasi 25 anni dalla diagnosi. E, rispetto al gruppo di controllo, i sopravvissuti avevano punteggi medi più bassi in termini di capacità di lettura, attenzione, memoria e velocità di elaborazione. «A lungo termine, chi sopravvive all'osteosarcoma rischia una compromissione neurocognitiva, legata alle attuali condizioni di salute e non al passato trattamento con dosi elevate di metotrexate» spiegano gli autori, sottolineando la necessità di studi prospettici per delineare l'evoluzione del deterioramento cognitivo e della sopravvivenza a lungo termine. Nell'editoriale, infine, Karen Effinger e Michael Link della Scuola di medicina alla Stanford University in California scrivono: «I progressi nella terapia dei tumori pediatrici hanno portato a un aumento della sopravvivenza, e dato che i sopravvissuti continueranno a crescere, sarà sempre più necessario concentrarsi sul miglioramento della loro salute e della loro qualità di vita. In altre parole, come diceva Giulio D'Angio nel 1975, nei bambini guarire dal cancro non basta».

Fonti:
Jama Oncol. 2015. doi: 10.1001/jamaoncol.2015.4393
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26584448
Jama Oncol. 2015. doi: 10.1001/jamaoncol.2015.4398
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26583357
Jama Oncol. 2015. doi: 10.1001/jamaoncol.2015.4392
http://oncology.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=2470544 
Cancer. 1975. doi: 10.1002/1097-0142(197503)35:3+<866::AID-CNCR2820350703>3.0.CO;2-F http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/1089473 
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