(21-12-15) Studio Bambino Gesù, +30% rischio cirrosi con fegato grasso
Roma, 9 dic. (AdnKronos Salute) - I bambini che presentano fegato grasso associato a epatite corrono un rischio di cirrosi epatica e di sindrome metabolica del 30% superiore alla media. Lo rivela uno studio dell'ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma pubblicato su 'Hepatology'. La ricerca ha coinvolto 430 bambini ed è stata condotta in collaborazione, tra gli altri, con l'Università di Cambridge. Si tratta della più ampia coorte al mondo di pazienti pediatrici con fegato grasso o steatosi epatica non alcolica (Nafld) accertata da biopsia. I dati emersi dimostrano come la presenza di infiammazione sia il fattore chiave per identificare i bambini a rischio di dislipidemia, obesità, sindrome metabolica e fibrosi epatica.
L'obesità è uno dei principali problemi mondiali sia nei bambini che negli adolescenti. L'aumento del numero dei piccoli con sovrappeso e obesità nei Paesi industrializzati ha portato al parallelo aumento di casi di fegato grasso o steatosi epatica non alcolica (Nafld). Negli ultimi vent'anni infatti la steatosi ha raggiunto proporzioni epidemiche anche tra i più piccoli diventando la patologia cronica del fegato di più frequente riscontro nel mondo occidentale. In Italia si stima che ne sia affetto circa il 15% dei bambini, ma si arriva fino all'80% tra i bambini obesi.
Le caratteristiche di questa diffusa patologia vanno dall'accumulo di grasso in quantità superiore al 5% del fegato (steatosi epatica semplice) a forme più severe (steatoepatite non alcolica) che possono progredire sin dall'adolescenza verso la cirrosi epatica. Così come gli adulti, anche i bambini affetti da steatosi epatica non alcolica possono presentare danni metabolici caratterizzati da aumento della circonferenza addominale, ipertensione, insulino-resistenza, ipercolesterolemia, tutte condizioni che aumentano il rischio di sviluppare diabete mellito di tipo 2, sindrome metabolica o malattie cardiovascolari, che ne riducono le aspettative di vita come mai successo dal dopoguerra a oggi.
"Il dato innovativo che emerge dal nostro studio – spiega Valerio Nobili, responsabile di malattie epato-metaboliche del Bambino Gesù - è che la presenza di infiammazione nel tessuto epatico correla con un peggiore quadro metabolico e fibrotico del fegato. Pertanto la precoce identificazione dei bambini con questo quadro clinico, resa possibile sia dalla biopsia epatica ma anche da marcatori sierici non invasivi recentemente validati nei nostri laboratori, ci permetterà di iniziare - conclude Nobili - quanto prima una terapia mirata ad ottenere l’arresto della progressione del danno epatico e, se precocemente iniziata, la guarigione completa del fegato".
Fonte: http://www.univadis.it/medical-news/76/Studio-Bambino-Gesu-30-rischio-cirrosi-con-fegato-grasso?
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