(20-01-16) La tassa sulle bibite zuccherate divide: è sostenuta dai parlamentari britannici
La tassa sulle bibite zuccherate divide: è sostenuta dai parlamentari britannici, mentre il primo ministro e le industrie sono contrarie
Agnese Codignola 11 gennaio 2016
Contro il junk food e soprattutto contro le bibite zuccherate si muove tutto il parlamento britannico, che ha elaborato un documento favorevole all’introduzione di una tassa. La mossa politica lascia il primo ministro David Cameron solo alle prese con un piano contro l’obesità infantile che eviterebbe la tassa.Ne riferiscono tutti i media britannici, tra i quali la BBC, che sottolinea la trasversalità del rapporto.
Per gli adolescenti il 15.6% dell’energia introdotta quotidianamente proviene dagli zuccheri aggiunti
I parlamentari – ricorda Nick Triggle, autore dell’articolo – ritengono non più rinviabile l’adozione di misure drastiche, dal momento che un quinto dei bambini che frequentano la prima elementare risulta in sovrappeso od obeso. La quota sale fino ad arrivare a un terzo quando i ragazzi finiscono il liceo. La principale fonte di zuccheri, nella fascia di età compresa tra 11 e 18 anni, sono le bibite zuccherate che forniscono tra il 12 e il 15% delle calorie, contro il 5% raccomandato dai nutrizionisti.
Non è tutto: misure come l’introduzione di una soda tax hanno dimostrato di essere efficaci in altri paesi come il Messico, dove un aumento di prezzo del 10% ha causato una diminuzione dei consumi del 6%. Le misure consigliate dai parlamentari della Camera dei comuni sono focalizzate sulla pubblicità e sull’informazione ai consumatori e prevedono, tra l’altro:
una stretta sugli sconti e le promozioni per il junk food;
un controllo severo della pubblicità, compresa quella che sfrutta i cartoni animati e i loro personaggi per promuovere alimenti non sani;
il divieto assoluto di trasmettere pubblicità di junk food prima delle 21,00;
la chiara indicazione in etichetta del contenuto in zucchero, espressa in cucchiaini;
misure che spingano le aziende a ridurre l’aggiunta di zucchero sulla scorta di quanto si fa con il sale.
Come sempre, le associazioni dei produttori (riunite nella Food and Drink Federation) hanno subito risposto che in questo modo si penalizzano i consumatori e che il problema dell’obesità si batte con misure diverse. Ma i membri della Camera dei Comuni hanno ricordato le prove inattaccabili delle carie e dell’aumento di diabete 2 associati alle bibite zuccherate. I parlamentari ricordano che le calorie delle soda e del junk food sono vuote, che la quantità di zuccheri giornalieri consigliata dai nutrizionisti (compresi quelli della frutta) è di 25 grammi per gli adulti, pari a 6 o 7 cucchiaini (per i bambini è evidentemente minore) sottolineando che una lattina di soda ne contiene 9. Tutto ciò è stato ribadito anche nell’ultimo rapporto di un ente governativo come Public Health England.
Anche il cuoco Jamie Oliver si è pronunciato a favore di una soda tax
A fianco del Parlamento si stanno schierando personaggi famosi come il cuoco Jamie Oliver, che si è pronunciato a favore di una sugar tax sulle soda. Il dibattito è molto acceso, e tra poche settimane si capirà se le prese di posizione avranno avuto successo. Nel frattempo, il mondo scientifico dà una mano. Uno studio pubblicato su Lancet Diabetes & Endocrinology da Barry Popkin della School of Public Health dell’Università del North Carolina di Chapel Hill (USA) e da Corinna Hawkes, della City University di Londra, dimostra che a livello globale le cose non stanno migliorando. Gli autori hanno analizzato i consumi di bibite dai database governativi di moltissimi paesi, dimostrando che il numero di calorie e il volume di soda assunti giornalmente dagli individui stanno continuando a crescere, soprattutto in America Latina, nei Caraibi, in Africa, in Medio Oriente, in Australia e perfino in Europa. Il fenomeno si registra uasi ovunque tranne che nei paesi in cui sono stati introdotti provvedimenti quali la soda tax come in Messico, la Francia, l’Ungheria e la Finlandia. Adottare provvedimenti per limitare il consumo delle bevande zuccherate con la soda tax non basta, ma può essere abbinata a norme severe sull’etichettatura, nell’ambito di strategie complesse che prevedano azioni su più fronti. L’importante è prendere subito provvedimenti.
Agnese Codignola giornalista scientifica
Fonte: http://www.ilfattoalimentare.it/bibite-zuccherate-parlamento-uk.html
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