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Le ricerche di Gerona 2005

(21-02-16) L'incremento di peso intergravidico aumenta la mortalità nella prole





Le mamme normopeso alla prima gravidanza nelle quali si verifica un moderato incremento ponderale tra la prima e la seconda gestazione, pari a circa 6 kg per una media statura, vedono aumentare il rischio della prole di morire nel primo anno di vita. Ecco, in sintesi, i risultati pubblicati su The Lancet di uno studio che ha coinvolto più di 450.000 donne svedesi, da cui emerge inoltre un progressivo incremento del rischio di natimortalità direttamente correlato all'aumento ponderale intergravidico, indipendente dal peso alla prima gestazione. «È importante sottolineare che, viceversa, il calo ponderale tra due gravidanze riduce le probabilità di morte neonatale nei bambini di donne sovrappeso, con indice di massa corporea (BMI) di 25 kg/m2 o più» spiega l'autore principale dello studioSven Cnattingius del Karolinska Institutet di Stoccolma. «Sono circa una su cinque le donne che nel nostro studio hanno guadagnato tra una gravidanza e l'altra abbastanza peso per aumentare il rischio di natimortalità del 30-50%, e del 27-60% quello di mortalità infantile rispetto alle coetanee rimaste normopeso» aggiunge il ricercatore, che assieme ai colleghi ha usato il Registro nascite svedese per selezionare quasi mezzo milione di donne che hanno dato alla luce il primo e il secondo figlio tra il 1992 e il 2012, scoprendo che i bambini di madri con peso intergravidico aumentato di oltre 11 kg (per una media statura) avevano circa il 50% di rischio in più di morire nelle prime 4 settimane di vita rispetto alla prole di donne con peso stabile. «Tra le cause del decesso c'erano anomalie congenite, asfissia, infezioni e sindrome della morte improvvisa del lattante (Sids)» precisano gli autori, sottolineando l'importanza di educare le donne a mantenere un peso sano in gravidanza riducendo l'eventuale eccesso ponderale prima della gestazione. E in un editoriale di commento Lesley McCowan dell'Università di Auckland, in Nuova Zelanda, scrive: «Servono strategie di salute pubblica per migliorare la consapevolezza dei benefici di una dieta sana e dell'attività fisica tra i giovani. Cosa che ridurrebbe non solo l'obesità dilagante, ma anche l'eccessivo incremento ponderale in gravidanza e dopo il parto, riducendo il rischio di mortalità nella prole».


Fonti:
The lancet 2015. doi: 10.1016/S0140-6736(15)00990-3http://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(15)00990-3/fulltext
doctornews33
The lancet 2015. doi: 10.1016/S0140-6736(15)01089-2http://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(15)01089-2/abstract

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