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Le ricerche di Gerona 2005

(03-03-16) Morbo di Crohn: il trapianto di staminali ematopoietiche non migliora la remissione





Secondo uno studio appena pubblicato su Jama, tra gli adulti con malattia di Crohn refrattaria al trattamento e non candidabili all'intervento chirurgico il trapianto di cellule staminali ematopoietiche (Hsct) non offre un significativo miglioramento in termini di remissione a lungo termine rispetto alla terapia convenzionale, ma causa invece una maggiore tossicità. «I farmaci immunosoppressori sono lo standard di cura per il morbo di Crohn, ma alcuni pazienti non rispondono da subito oppure con il tempo» afferma Christopher Hawkey del Queens Medical Centre a Nottingham, Regno Unito, spiegando che alcune ricerche precedenti suggeriscono un'efficacia del trapianto di cellule staminali o ematopoietiche in alcuni pazienti. Per approfondire l'argomento, gli autori dell'articolo hanno assegnato in modo casuale 45 pazienti fra 18 e 50 anni con compromissione della qualità da mancata risposta al trattamento della malattia di Crohn non candidabili all'intervento a un trapianto di cellule staminali ematopoietiche autologo immediato (gruppo di studio) o a un trapianto di cellule staminali ematopoietiche differito di un anno (gruppo di controllo), mantenendo in entrambi i gruppi la consueta terapia medica. Lo studio è stato condotto in 11 unità di trapianto europee dal 2007 al 2011, con un follow-up fino a marzo 2013.

E a conti fatti i ricercatori hanno scoperto che non vi era alcuna differenza statisticamente significativa tra i gruppi per quanto riguardava il tasso di remissione della malattia. Viceversa, ci sono stati 76 eventi avversi gravi e un decesso nel gruppo attivo rispetto ai 38 osservati nei controlli in assenza di morti. «Dato il numero esiguo di pazienti che ha raggiunto la remissione della malattia, si può concludere che il trapianto di cellule staminali ematopoietiche sembrerebbe non modificare la storia naturale della malattia, a meno di diversi risultati futuri» scrivono gli autori, aggiungendo che, data la piccola casistica esaminata, prima di trarre conclusioni definitive servono ulteriori studi sull'efficacia e la tossicità del trapianto di cellule staminali ematopoietiche nei soggetti con malattia di Crohn refrattaria.


Fonti:
Jama 2015. doi:10.1001/jama.2015.16700
http://jama.jamanetwork.com/article.aspx?doi=10.1001/jama.2015.16700 
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