(03-03-16) Sicurezza anziani, la principale minaccia sono gli eventi avversi dei farmaci
Da uno studio neozelandese appena pubblicato su Annals of Family Medicine emerge che nelle cure primarie la più grande minaccia per la sicurezza dei pazienti più anziani è il rischio dovuto al trattamento stesso, e non all'errore del medico. «Migliorare la sicurezza degli anziani fragili è tra le più grandi sfide dei moderni sistemi di assistenza sanitaria» esordisce la prima autrice dell'articolo katharine Ann Wallis, del Department of General Practice & Primary Health Care all'Università di Auckland, spiegando che gli eventi avversi da farmaci causano in questa sottopopolazione molti ricoveri ospedalieri evitabili con costi sanitari elevati. «L'invecchiamento della popolazione e la particolare vulnerabilità delle persone anziane rendono ancora più urgente affrontare in modo efficace il tema della sicurezza dei pazienti, e nonostante molti di essi vengano assistiti nell'ambito delle cure primarie, si sa relativamente poco circa la sicurezza ambulatoriale» scrivono i ricercatori, che hanno analizzato i sinistri assicurativi raccolti tra il 2005 e il 2009 sui danni subiti dai pazienti curati sul territorio. Lo studio era focalizzato sui soggetti di 65 anni e più trattati nell'ambito delle cure primarie, ossia negli ambulatori dei medici di famiglia ma anche in riabilitazione o nelle cliniche dentali e nelle case di riposo. Escluse le denunce di danni in seguito a cure prestate negli ospedali, nelle cliniche private o in caso di maternità. E i risultati mostrano che la più grande minaccia alla sicurezza degli anziani non sono gli errori medici, ma gli eventi avversi da farmaci, antibiotici in testa. «In particolare, abbiamo scoperto che il 34% delle lesioni segnalate e il 91% di quelle da farmaci è stato causato da reazioni allergiche e idiosincrasiche in assenza di colpa medica» riprende Wallis. E conclude: «Per migliorare la sicurezza dei pazienti dobbiamo ridurre i rischi connessi alle prescrizioni dei farmaci, specie se inappropriate, che in gran parte riguardano gli antibiotici».
Fonti:
Ann Fam Med. 2015. doi: 10.1370/afm.1810
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26371269
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