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Le ricerche di Gerona 2005

(04-05-16) Dopo un ictus l'emisfero destro tende a compensare l'afasia





L'analisi delle strutture cerebrali dell'emisfero destro può aiutare a capire chi dopo un ictus si riprenderà dall'afasia, frequente conseguenza del danno cerebrovascolare. Ecco, in sintesi, le conclusioni di uno studio pubblicato su Neurology e coordinato da Gottfried Schlaug, professore di neurologia al Beth Israel Deaconess Medical Center e Harvard Medical School di Boston. «L'emisfero sinistro è quasi sempre dominante nella funzione del linguaggio, e se danneggiato da un ictus può portare all'afasia, la difficoltà di esprimersi e comprendere il linguaggio parlato, leggere, scrivere e fare calcoli» esordisce il ricercatore, spiegando che sebbene tante persone recuperino in parte, in molti altri casi il recupero non è soddisfacente neanche dopo un'intensa logopedia. Lo studio ha coinvolto 33 persone con età media di 58 anni colpite da un ictus dell'emisfero sinistro, tutte con afasia a diversi livelli, poste a confronto con 13 coetanei sani. In entrambi i gruppi sono state effettuate scansioni cerebrali con una tecnica di risonanza magnetica che ha permesso di esaminare l'integrità strutturale del tessuto in diverse aree del cervello. Così facendo i ricercatori hanno scoperto che i pazienti afasici con i migliori punteggi nei test dell'eloquio avevano una maggiore integrità strutturale in tre aree del cervello rispetto al gruppo di controllo: la circonvoluzione temporale media destra, quella frontale inferiore destra e la precentrale destra.

«Questi dati suggeriscono una riorganizzazione del lato destro del cervello tesa a recuperare le funzioni di linguaggio» commenta Anna Barrett, neurologa del Kessler Institute for Rehabilitation di West Orange, New Jersey, in un editoriale di accompagnamento, aggiungendo che servono ulteriori ricerche per verificare se le integrità strutturali dell'emisfero destro si sviluppano in relazione all'ictus o a qualche altro fattore. «Questi dati, se confermati, potrebbero aprire la strada a nuove terapie, tra cui la neurostimolazione, nelle persone afasiche dopo un danno cerebrovascolare» conclude l'editorialista.

Neurology 2016. doi:10.1212/WNL.0000000000002613http://www.neurology.org/content/early/2016/03/30/WNL.0000000000002613.short

Neurology 2016. doi:10.1212/WNL.0000000000002619http://www.neurology.org/content/early/2016/03/30/WNL.0000000000002619.short

Fonte: doctornews33

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