(07-05-16) Scoperto microbiota specifico associato a steatosi e obesità
Gli autori di uno studio svolto all'Ospedale Bambino Gesù di Roma hanno descritto per la prima volta su Hepatology un microbiota, l'insieme di microorganismi localizzati nel tubo digerente e noti in precedenza come flora intestinale, associato alla presenza di steatosi epatica e obesità. Dai risultati emerge che nell'intestino dei bambini obesi e con fegato grasso alcune famiglie di batteri (Ruminococcus e Dorea) sono significativamente più numerose rispetto ai soggetti sani, mentre altre (Oscillospira) sono poco rappresentate. L'associazione tra alterazione della flora intestinale e obesità apre la strada alla creazione e alla prescrizione di probiotici personalizzati, con vantaggi in termini sia di salute sia di costi sociali. Lo studio è stato reso possibile grazie a un approccio originale sviluppato dai ricercatori dell'Unità microbioma umano insieme ai colleghi dell'Unità di ricerca sulle malattie epatiche: l'integrazione di una grande quantità di dati prodotti dalle piattaforme di sequenziamento di seconda generazione (Next Generation Sequencing) e dalle piattaforme di spettrometria di massa di cui sono dotati i laboratori dell'ospedale romano. Dall'integrazione è stato possibile produrre il primo modello di microbiota funzionale associato a casi pediatrici di fegato grasso e obesità.
«Gli studi sul microbiota intestinale sono fondamentali in pediatria per evidenziare la correlazione tra profili microbici e metabolici e principali patologie correlate ad alterazioni gastrointestinali. Si apre così una nuova medicina in grado di evidenziare il ruolo delle comunità microbiche nell'insorgenza e progressione delle patologie, aspetto fondamentale specie nel periodo di crescita del bambino, quando si gettano le basi per lo stato di salute nelle fasi successive della vita» spiega Lorenza Putignani, responsabile di parassitologia al Bambino Gesù. E Valerio Nobili, responsabile dell'Unità di malattie epato-metaboliche, aggiunge: «Dallo studio emergono due evidenze importanti: la prima è che per avere un fegato sano bisogna avere un intestino sano, popolato da batteri amici; l'altra è la necessità di una prescrizione di probiotici più scientifica e mirata, limitando l'uso indiscriminato delle formulazioni esistenti».
Hepatology. 2016. doi: 10.1002/hep.28572
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27028797
Fonte: doctornews33
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