(29-05-16) Insonnia cronica, Acp raccomanda la terapia cognitivo comportamentale
La terapia cognitivo-comportamentale è raccomandata come trattamento iniziale per gli adulti con insonnia cronica, secondo una linea guida di pratica clinica appena pubblicata dall'American College of Physicians (Acp) su Annals of Internal Medicine. Per giungere a queste conclusioniAmir Qaseem dell'American College of Physicians e Penn Health System di Philadelphia in Pennsylvania e colleghi hanno svolto una revisione sistematica degli studi randomizzati e controllati sulla gestione dell'insonnia cronica negli adulti. «Circa un terzo della popolazione, specie donne e anziani, soffre di questo disturbo, che può essere primitivo o secondario a patologie mediche o psichiatriche» scrivono gli esperti dell'Acp, che al termine delle loro valutazioni hanno messo a punto due raccomandazioni. La prima è che tutti i pazienti adulti dovrebbero ricevere la terapia cognitivo-comportamentale per l'insonnia (CBT-I) come trattamento iniziale. La seconda è che i medici dovrebbero discutere con pazienti e familiari i benefici, i danni e i costi dell'eventuale aggiunta di una terapia farmacologica a breve termine nei pazienti in cui la terapia cognitivo-comportamentale da sola non ha avuto successo.
«La terapia cognitivo-comportamentale per l'insonnia cronica è un trattamento semplice ed efficace che può essere avviato nel contesto delle cure primarie» esordisce in un editoriale di commento Roger Katholdell'Università del Minnesota a Minneapolis, spiegando che nonostante manchino prove sufficienti per un confronto diretto tra terapia cognitivo-comportamentale per l'insonnia e terapia medica, la prima è certamente gravata da un minor numero di effetti collaterali. «A meno che l'accesso non oneroso a trattamenti come la terapia cognitivo-comportamentale per l'insonnia in campo medico diventi realtà, i pazienti con insonnia cronica continueranno a ricevere un trattamento subottimale con risultati non del tutto soddisfacenti» riprende l'editorialista, spiegando che, a meno di scelte politiche differenti, a sopportarne i costi saranno non solo i pazienti, ma anche il sistema sanitario e la società civile.
Ann Intern Med. 2016. doi: 10.7326/M15-2175
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27136449
Ann Intern Med. 2016. doi: 10.7326/M16-0359
http://annals.org/article.aspx?articleid=2518956
Fonte: doctornews33
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