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Le ricerche di Gerona 2005

(25-06-16) Adolescenti e giovani adulti sopravvivono meno dei bambini ad alcuni tipi di cancro


I giovani di tutte le età sopravvivono al cancro più che in passato, ma da uno studio pubblicato su The Lancet Oncology emerge che gli adolescenti e i giovani adulti hanno minori probabilità rispetto ai bambini di sopravvivere ad alcuni tipi di cancro relativamente comuni. «La buona notizia è che il numero di bambini, adolescenti e giovani adulti sopravvissuti per almeno 5 anni dopo la diagnosi è aumentato nel tempo in Europa» esordisce la coautrice Annalisa Trama dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. «Tuttavia, gli adolescenti e i giovani adulti tendono ancora a morire più dei bambini per diversi tumori comuni a questi gruppi di età, in particolare leucemie e linfoma non-Hodgkin (Nhl)» riprende la ricercatrice, che assieme ai colleghi ha analizzato i dati dei registri tumori di popolazione che coprono tutti o parte dei 27 paesi europei, stimando la sopravvivenza a 5 anni in 56.505 casi di cancro nei bambini, 312.483 in adolescenti e giovani adulti nonché 3.567.383 negli adulti, e analizzando le variazioni di mortalità dal 1999 al 2007. Per adolescenti e giovani adulti la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi per tutti i tumori è buona, con l'82% di superstiti nel 2005-2007 rispetto al 79% del 1999-2001; anche nei bambini sopravvivenza è migliorata dal 76% al 79% nello stesso periodo.

Tuttavia la sopravvivenza è stata peggiore per adolescenti e giovani adulti rispetto ai bambini per otto tipi di cancro relativamente comuni: le leucemie linfoidi (55,6% vs 85,8%), le mieloidi acute (49,8% vs 60,5%), il linfoma di Hodgkin (92,9% vs 95,1%), il linfoma non-Hodgkin (77,4% vs 83,0%), gli astrocitomi cerebrali (46,4% vs 61,9%), il sarcoma osseo di Ewing (49,3% vs 66,6%), il rabdomiosarcoma (37,8% vs 66,6%) e l'osteosarcoma (61,5% vs 66,8%). In un editoriale di commento Philippe Autier, dello University of Strathclyde Institute of Global Public Health all'International Prevention Research Institute di Lione, scrive: «Per comprendere meglio questi dati servono informazioni cliniche più dettagliate che permettano di capire se i pazienti sono morti per il cancro, per la sua gestione o per altri motivi. La conoscenza delle cause di morte potrebbe aiutare a svelare le associazioni tra tumori, trattamenti, fattori socio-economici e qualità della vita, permettendo di qualificare e quantificare i decessi associati alle cure migliorando la gestione del paziente».

Lancet Oncol. 2016. doi: 10.1016/S1470-2045(16)00162-5
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27237614

Fonte: doctornews33

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