(29-06-16) Meno antibiotici prescritti dai medici di base inglesi, miglioramenti anche in Italia
Due milioni e seicentomila prescrizioni di antibiotici in meno da parte dei medici di medicina generale: è il dato registrato in Gran Bretagna nell'ultimo anno. Il successo è frutto di una campagna sull'appropriatezza prescrittiva che ha coinvolto le Società scientifiche, in primo luogo il Royal college of general practitioners (Rcgp), mentre lo stesso Sistema sanitario nazionale, l'Nhs, ha elargito incentivi economici ai medici che raggiungevano gli obiettivi assegnati.
Aurelio Sessa, presidente di Simg Lombardia, ricorda che l'impegno inglese rientra in una campagna che si svolge a livello europeo e che coinvolge anche l'Italia, «dove ogni ottobre Aifa e ministero della Salute di mobilitano attraverso stampa, radio e televisione perché vi sia una sensibilizzazione sull'uso appropriato degli antibiotici e sulle conseguenze di un utilizzo eccessivo». Con quali risultati? «I dati di cui disponiamo - dice Sessa - provengono dall' 'Osservatorio nazionale sull'impiego dei medicinali (OsMed) e fotografano la situazione con un anno di ritardo ma comunque segnalano anche in Italia un sensibile calo dell'utilizzo degli antibiotici sul territorio nazionale, anche se restano forti differenze tra le regioni settentrionali e quelle meridionali». È uno scenario che si riproduce a livello continentale, con il Nord Europa che mostra abitudini prescrittive molto più virtuose rispetto a Paesi come la Spagna, la Grecia o l'Italia.
«I dati non indicano invece un'analoga riduzione in ambito ospedaliero - precisa Sessa - ma si tratta di due contesti molto diversi, sia per il tipo di pazienti che per la stessa ecologia dei batteri implicati. Sul territorio, la maggiore enfasi è posta sulle infezioni respiratorie, che sappiamo essere per la maggior parte di origine virali, ed è in questo ambito che si annida una parte rilevante di inappropriatezza prescrittiva». L'esponente Simg non crede nell'efficacia di incentivi diretti ma è convinto che le campagne informative debbano essere estese e potenziate, coinvolgendo medici, farmacisti e tutta la popolazione, a partire dalle scuole, creando una maggiore consapevolezza generale sul problema.
Fonte: doctornews33
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