(07-08-16) Dieta mediterranea e struttura cerebrale

L'adozione della cosiddetta dieta “mediterranea”, basata su molta frutta e verdura, pesce, poca carne rossa e olio di oliva quale condimento, è stata correlata da parecchi studi epidemiologici ad una diminuzione dell'incidenza di demenza di Alzheimer e ad un aumento della capacità cognitiva (JAMA Internal Medicine 2015; 175:1094). Adesso un gruppo di ricerca della Columbia University ha cercato di verificare se esistono correlazioni tra questa dieta e la struttura cerebrale di chi la adotta, realizzando uno studio multietnico di comunità, che ha fornito quale campione 674 anziani (età media 80 anni) privi di alterazioni psichiatriche, esaminandoli ed eseguendo delle RM cerebrali.

Il confronto è stato fatto tra quelli che aderivano più strettamente alla dieta mediterranea e quelli che invece si alimentavano con altri tipi di diete. I due gruppi erano simili per quanto riguarda età, sesso, etnia, anamnesi patologica e funzionalità cognitiva. Dopo i soliti aggiustamenti per eventuali fattori di confondimento si è visto che i soggetti che seguivano la dieta mediterranea avevano un maggior volume cerebrale, un maggior volume di sostanza grigia totale ed un maggior volume di sostanza bianca rispetto ai partecipanti che si alimentavano in altri modi.
I fattori dietetici che maggiormente si sono correlati con queste differenze sono stati il basso consumo di carni rosse e l'elevato consumo di pesce, mentre le zone cerebrali maggiormente interessate sono state la corteccia cingolata, il lobo parietale, il lobo temporale e l'ippocampo.

Fonte: Gu Y et al. Mediterranean diet and brain structure in a multiethnic elderly cohort. Neurology 2015 Oct 21

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