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Le ricerche di Gerona 2005

(28-09-16) Consumo anche moderato di alcolici aumenta rischio di fibrillazione striale


Nonostante molti credano che una moderata assunzione di alcolici faccia bene al cuore, uno studio sul Journal of the American Heart Association suggerisce che il consumo a lungo termine, non più di un bicchiere al giorno, può portare a un'ipertrofia dell'atrio sinistro aumentando il rischio di fibrillazione atriale. «Questi dati provano per la prima volta che un consumo giornaliero moderato di alcol a lungo termine può portare allo sviluppo di questo comune disturbo del ritmo cardiaco» afferma Gregory Marcus, coautore dell'articolo e professore associato di medicina all'Università di California San Francisco, nonché specialista in elettrofisiologia cardiaca. «La fibrillazione atriale è una condizione comune in cui il cuore batte in modo irregolare, aumentando il rischio di ictus» scrivono gli autori, ricordando che precedenti ricerche hanno dimostrato un'associazioni tra consumo di alcolici e cardiomiopatia ventricolare, un disturbo associato a un deficit di capacità contrattile.

Per verificare il rapporto tra alcolici e fibrillazione atriale i ricercatori hanno analizzato i dati elettrocardiografici di 5220 partecipanti al Framingham Heart Study, 54 per cento donne, età media 56 anni. Su 17.659 Ecg eseguiti nell'arco di più di sei anni, i ricercatori hanno riscontrato 1.088 casi incidenti di fibrillazione atriale, trovando a rischio aumentato per questo tipo di aritmia chi consumava alcol cronicamente, anche in quantità moderate. Per dirla in numeri, per ogni 10 grammi al giorno di alcol consumato, pari a un bicchiere di vino da 100 ml, le probabilità di fibrillazione atriale incidente aumentano del 5 per cento; e per ogni 10 grammi giornalieri in più dei primi il diametro dell'atrio sinistro aumenta di 0,16 millimetri. «Circa il 24 per cento, e fino al 75 per cento, del rapporto tra consumo continuativo di alcol e rischio di fibrillazione atriale può essere attribuito all'allargamento dell'atrio sinistro» affermano gli autori, precisando che il legame tra fibrillazione atriale e consumo di alcolici è rimasto evidente anche dopo aver normalizzato i dati per eventuali fattori di confondimento come l'ipertensione, il diabete o il fumo.

«Il che non significa che l'alcol provoca direttamente problemi cardiaci, data la natura osservazionale di questo studio, ma quantomeno questi risultati mettono in discussione la credenza popolare che il consumo prolungato di alcol, anche se in quantità moderata, fa bene al cuore» riprende Marcus, aggiungendo che sebbene questi dati suggeriscano che la fibrillazione atriale possa essere prevenuta evitando l'alcol, va tenuto presente che esistono differenti cause per questo tipo di aritmia, e che gli alcolici hanno effetti variabili sui singoli individui. «In altri termini, l'effetto dell'alcol sulla salute cardiaca non è uguale per tutti, e i nostri dati vanno confermati da ulteriori indagini» dice l'elettrofisiologo. E conclude: «L'American Heart Association raccomanda ai bevitori un consumo moderato, ma mette anche in guardia chi non beve a non iniziare a farlo».

J Am Heart Assoc. 2016; 5: e004060 originally published September 14, 2016 DOI:10.1161/JAHA.116.004060 http://jaha.ahajournals.org/content/5/9/e004060

Fonte: doctornews33

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