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Le ricerche di Gerona 2005

(04-10-16) 6 milioni di italiani con il gozzo per dieta povera di iodio



Uno studio dell’Osservatorio Nutrizionale Grana Padano mette in luce lo scarso consumo di alimenti ricchi di iodio e i rischi per la salute, in particolare per il feto e la crescita dei bambini. Infatti, la carenza di iodio nella dieta costituisce ancora oggi un grave problema sanitario e sociale in tutto il mondo, compresa l’Italia.

Lo studio
Dai dati dello studio, che ha esaminato 1.200 interviste (tra le 5.000 realizzate nel 2015 in tutta Italia utilizzando il software online gratuito messo a disposizione di medici, pediatri, dietisti e operatori sanitari), è emerso che circa il 29% della popolazione mondiale sia ancora esposta alla carenza di iodio. In particolare, in Italia si ammalano di gozzo (aumento del volume della tiroide causato dalla carenza di iodio) circa 6 milioni di persone, più del 10% della popolazione.

I LARN
Secondo quanto si raccomanda nell’ultima revisione dei Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana (LARN) il fabbisogno giornaliero di iodio degli adolescenti (11-17 anni) è di 130 microgrammi (µg), e per gli adulti 150 µg. Per le donne in gravidanza e allattamento tale quantità aumenta sensibilmente, raggiungendo i 200 µg al giorno.

La carenza
Tuttavia, secondo l’analisi emerge che mediamente gli intervistati raggiungono solo 60 µg di iodio giornaliero con gli alimenti, pari a meno della metà della dose consigliata e che solo il 5% degli intervistati raggiunge il fabbisogno quotidiano.

Le fonti alimentari
Gli alimenti più ricchi di iodio sono i crostacei, i mitili e i pesci di mare. Una porzione (sgombro, cefalo, baccalà, merluzzo) apporta circa 150 µg di iodio. Anche le uova (35 µg di iodio) ne contengono molto, così come lo yogurt (78 µg) e alcuni formaggi (taleggio, fontina, mediamente contengono 45 µg di iodio, mentre quelli stagionati come provolone, pecorino romano o grana circa 38 µg).

La carne ne contiene 50 µg per chilo. Anche i vegetali sono poveri di questo minerale la cui quantità dipende da quella contenuta nel terreno. Infine, è importante utilizzare il sale iodato, ma anche a causa della piccola quantità raccomandata (più di 5g di sale al giorno fa male alla salute) il sale iodato non basta a garantire l’apporto quotidiano di iodio.

Fonte: nutrieprevieni.it

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