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Le ricerche di Gerona 2005

(18-10-16) Disturbo ossessivo-compulsivo, fattori di rischio perinatali associati a un aumento di rischio nella prole


Una serie di fattori di rischio perinatali sembrano essere associati a un aumento nella prole delle probabilità di sviluppare più tardi nella vita un disturbo ossessivo-compulsivo, almeno secondo i risultati descritti da un gruppo di ricercatori svedesi in un articolo appena pubblicato sulla rivista Jama Psychiatry. «Diverse complicanze nel periodo perinatale sono state finora associate con un certo numero di disturbi psichiatrici, e alcuni studi recenti suggeriscono, senza tuttavia arrivare a conclusioni definitive, che tali complicazioni possano giocare un ruolo di primo piano anche nello sviluppo del disturbo ossessivo compulsivo» esordisce Gustaf Brander del Karolinska Institutet di Stoccolma, che con i coautori ha esaminato la presenza di un potenziale collegamento tra disturbo ossessivo-compulsivo e complicanze perinatali analizzando i dati di popolazione relativi a una coorte di 2,4 milioni di bambini nati in Svezia tra il 1973 e il 1996 e seguiti fino al 2013.

«Della casistica originaria, 17.305 persone hanno ricevuto diagnosi di disturbo ossessivo-compulsivo a un'età media di 23 anni» spiegano i ricercatori, che a conti fatti hanno scoperto un collegamento significativo tra condizioni quali fumo materno in gravidanza, presentazione podalica, parto cesareo o prematuro, basso peso alla nascita, grandi dimensioni per l'età gestazionale e punteggio Apgar positivo per distress fetale e un aumento delle probabilità nella prole di sviluppare un disturbo ossessivo-compulsivo. «Il meccanismo che collega la comparsa di tale disturbo ai fattori di rischio perinatali deve peraltro essere ancora identificato» sottolineano gli autori, precisando che tra i limiti dello studio c'è quello di avere analizzato una popolazione che non rappresenta la totalità dei pazienti con disturbo ossessivo-compulsivo in Svezia. «Ciononostante, questi risultati rivestono grande importanza per la comprensione della cause del disturbo e aprono la strada a future ricerche sull'interazione tra ambiente e corredo genetico» conclude Brander.

Jama Psychiatry. 2016 Oct 5. doi: 10.1001/jamapsychiatry.2016.2095https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27706475
Fonte. doctornews33

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