(20-10-2016) Cancro prostata, anti-androgeni si associano a rischio demenza
La terapia di deprivazione androgenica nel trattamento del cancro alla prostata si associa a un aumentato rischio di demenza, un dato che dovrebbe essere valutato da ulteriori studi prospettici. Lo sostiene Kevin Nead ricercatore al Center for Biomedical Informatics Research della Stanford University School of Medicine in California e primo autore di un articolo pubblicato su Jama Oncology.
«La deprivazione androgenica ha dimostrato un miglioramento della sopravvivenza nei pazienti con tumore prostatico, ma è stata anche associata a una disfunzione della sfera neurocognitiva» spiega Nead, che assieme ai colleghi ha usato un metodo di elaborazione del testo per analizzare i dati elettronici delle cartelle cliniche compilate in un centro medico accademico dal 1994 al 2013 allo scopo di approfondire la correlazione tra terapia di deprivazione androgenica e successivo sviluppo di vari tipi di demenza: senile, vascolare, frontotemporale e Alzheimer. Allo studio hanno preso parte 9.272 uomini con carcinoma della prostata, dei quali il 19,7% è stato trattato con terapia di deprivazione androgenica. Gli autori hanno riportato 314 nuovi casi di demenza nel corso di un follow-up di 3,4 anni, con un aumento del rischio assoluto di sviluppare demenza tra gli uomini in deprivazione androgenica del 4,4% a cinque anni.
«Un'ulteriore analisi dei dati suggerisce che gli uomini in terapia anti-androgenica per almeno 12 mesi hanno il maggior aumento del rischio assoluto di demenza» scrivono i ricercatori, ipotizzando diversi meccanismi per spiegare l'associazione. «Per esempio, è noto che gli androgeni hanno un ruolo nella salute e nella crescita dei neuroni» osserva Nead.
E in un editoriale di commento Colin Walsh del Dipartimento di informatica biomedica alla Vanderbilt University Medical Center di Nashville in Tennessee, scrive: «Questi risultati rappresentano un altro passo in campo biomedico verso l'analisi informatizzata a basso costo di dati osservazionali su larga scala. Tali studi non vogliono sostituire i trial clinici randomizzati e controllati, ma rappresentano un ulteriore passo dell'Information Technology nella la ricerca scientifica in medicina».
Jama Oncology 2016. doi:10.1001/jamaoncol.2016.3662
http://oncology.jamanetwork.com/article.aspx?doi=10.1001/jamaoncol.2016.3662
Jama Oncology 2016. doi:10.1001/jamaoncol.2016.3478
https://dx.doi.org/10.1001/jamaoncol.2016.3478
Fonte: doctornews33
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