(27-11-2016) Diabete. Individuati i tre fattori di rischio che portano i pazienti alla dialisi in pochi anni
Episodi di insufficienza renale acuta, glicemie fuori controllo e presenza di proteinuria: sono questi i tre fattori che possono portare un cinquantenne con diabete alla dialisi in 12 anni, mentre un coetaneo in buon compenso metabolico e senza fattori di rischio ha davanti a sé almeno altri 25-30 anni prima di arrivare ad uno stadio di insufficienza renale avanzato. Lo rivela una ricerca americana che sottolinea l'importanza del monitoraggio costante dei pazienti per individuare subito i tre fattori di rischio accelerato della funzionalità renale
22 NOV - I pazienti diabetici che presentino un episodio di insufficienza renale acuta, proteinuria e valori di glicemia fuori controllo, sono destinati ad andare incontro ad un declino accelerato della funzione renale, fino alla dialisi. A rivelarlo è una ricerca dell’università di Cincinnati presentata in questi giorni all’American Society of Nephrology Kidney Week a Chicago.
Lo studio ha preso in esame 3.679 soggetti con diabete di tipo 2 seguiti presso il Cincinnati Veterans Affairs Medical Center, seguiti per 10 anni. Durante ilfollow up, è stato analizzato l’andamento della funzionalità renale nei pazienti che presentavano tre fattori di rischio, insufficienza renale acuta, proteinuria e scompenso glicemico. A seconda della presenza o meno di queste condizioni la popolazione in studio è stata stratificata in tre gruppi; i soggetti che presentavano tutti e tre i fattori di rischio (gruppo ad alto rischio) e quelli che ne presentavano solo 1 o 2 (gruppo a rischio intermedio) sono stati quindi confrontati con una popolazione diabetica in buon compenso glicemico senza questi fattori di rischio.
“Un diabete non controllato – ricorda Charuhas Thakar, direttore della divisione di nefrologia, Kidney CARE Programma dell’Università di Cincinnati – rappresenta un importante fattore di rischio per la funzionalità renale. La glicemia fuori controllo porta ad un’accelerazione nella progressione del declino della funzionalità renale; la presenza di proteinuria rappresenta poi a sua volta un predittore indipendente di nefropatia nei soggetti diabetici.â€
In pratica, un soggetto diabetico, senza gli altri fattori di rischio individuati da questa ricerca, a 50 anni presenta una funzione renale ridotta al 60%, che si andrà deteriorando di un ulteriore 1,9-2% l’anno; ciò significa che un cinquantenne con diabete ben compensato ha davanti almeno altri 25-30 anni di funzionalità renale sufficiente a tenerlo lontano dalla dialisi. Al contrario, un paziente con diabete non controllato, proteinuria e un recente episodio di insufficienza renale acuta presenterà un’accelerazione di perdita della funzionalità renale quantificabile intorno al 5% l’anno, fatto questo che lo porterà ad un’uremia in stadio terminale e quindi al trattamento dialitico nell’arco dei 12 anni successivi. La presenza di tutti e tre i fattori di rischio insomma accorcia le distanze verso la dialisi di almeno 18-20 anni.
“Si tratta di un’informazione molto importante – sottolinea Thakar - che dobbiamo dare sia ai pazienti che ai medici. Questo studio è il primo a esaminare l’impatto della presenza di tutti e tre questi fattori di rischio sul declino della funzionalità renale dei pazienti con diabeteâ€.
Gli autori di questa ricerca ricordano che dei 29 milioni di persone affette da diabete negli Usa, almeno 1 su 3 presenta insufficienza renale. Peraltro i pazienti con diabete e insufficienza renale cronica sono tra i più esposti a presentare un episodio di insufficienza renale acuta durante un ricovero in ospedale. Thakar e colleghi invitano dunque i medici a trattare in maniera mirata e con grande attenzione i pazienti con diabete in presenza di questi tre fattori di rischio e di monitorarli in modo serrato.
“Dovremmo trovare un modo – sostiene Thakar – per monitorare questi tre gruppi di pazienti in maniera diversa e di adeguare a seconda del livello di rischio le nostre terapie. Sarà necessario condurre ulteriori studi per valutare come modificare la traiettoria dell’insufficienza renale terminale nei soggetti a rischio di un declino accelerato, modificando i trattamenti già esistenti o scoprendone di nuoviâ€.
Maria Rita Montebelli
Fonte: quotidianosanità .it
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