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Le ricerche di Gerona 2005

(07-02-2017) I pazienti con la gotta sono a rischio cardiovascolare elevato



Secondo uno studio pubblicato su Annals of the Rheumatic Diseases le attuali strategie di valutazione possono sottostimare il rischio cardiovascolare nei pazienti gottosi. «Dato che gran parte dei soggetti con questa malattia potrebbe avere un rischio cardiovascolare più elevato di quanto si creda, sarebbe opportuno migliorare le attuali strategie di prevenzione» esordisce il coautore Mariano Andrés, dell'Ospedale generale universitario di Alicante, in Spagna. Nel loro studio i ricercatori hanno reclutato 237 nuovi pazienti con diagnosi confermata di gotta seguiti presso l'ambulatorio di reumatologia tra gennaio 2014 e giugno 2016, valutandone il rischio cardiovascolare con l'esame fisico, l'anamnesi e gli esami di laboratorio, oltre all'impiego, come strumenti di previsione del rischio, del punteggio SCORE, Systematic Coronary Evaluation, e di quello del Framingham Heart Study. Con l'aiuto delle linee guida europee, i ricercatori hanno poi stratificato il rischio cardiovascolare dei loro pazienti gottosi suddividendoli in quattro categorie: rischio cardiovascolare basso, moderato, elevato e molto alto.

«Il 59,9% dei soggetti inizialmente non inseriti nella categoria di rischio molto elevato è stato sottoposto a ecografia della carotide (Cus)» spiegano gli autori, precisando che i pazienti di questo gruppo erano più giovani, avevano un minor numero di fattori di rischio cardiovascolare (tranne per il fumo), e livelli di lipidi più bassi rispetto agli individui non sottoposti a ecografia carotidea. Ebbene, a conti fatti gli autori hanno scoperto che nel gruppo di gottosi sottoposti a ecografia, il 45,1% aveva un rapporto di spessore intima-media (Imt) aumentato e il 46,5% placche ateromatose carotidee. E la presenza di entrambe le condizioni è stata osservata nel 31% degli appartenenti al gruppo. «Grazie all'ecografia carotidea, 80 pazienti hanno cambiato categoria passando a un livello di rischio più elevato, mostrando una differenza significativa rispetto alla valutazione iniziale» riprende Andrés. E conclude: «Questi dati suggeriscono che nei soggetti a rischio, in questo caso i gottosi, andrebbero implementate strategie più efficaci di valutazione del rischio cardiovascolare».

Ann Rheum Dis. 2017. doi: 10.1136/annrheumdis-2016-210357https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28093417

Fonte: doctornews33

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