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Le ricerche di Gerona 2005

(28-02-2017) Nelle paure dei bimbi ‘contano’ anche gli amichetti


I risultati di una ricerca dell’Università dell’East Anglia, pubblicata su Behaviour Research and Therapy assolvono in parte genitori e nonni che vengono spesso indicati come responsabili della trasmissione di eventuali timori e ansie nei piccoli, ma suggeriscono il coinvolgimento dei loro coetanei. Ovvero, anche gli amichetti potrebbero alimentare le paure dei bimbi.

Lo studio
Gli studiosi hanno esaminato 242 bambini inglesi, 106 maschi e 136 femmine, di età compresa tra i 7 e i 10 anni, che hanno completato dei questionari tesi a misurare il livello di ansia e le convinzioni sulla paura. Si procedeva mostrando dapprima ai bambini delle immagini di animali, due marsupiali australiani, che non erano molto familiari. I bambini venivano poi invitati a leggere due versioni di informazioni sugli animali, una ambigua e una che invece li ha descritti come una minaccia, al termine delle quali sono state valutate da parte dei ricercatori le loro risposte alla paura.

Successivamente, i partecipanti sono stati divisi in coppie di amici stretti (40 di maschi, 55 di femmine, e 26 di maschi e femmine) che sono stati invitati a discutere i loro sentimenti sugli animali proposti dalle immagini, e le loro risposte alla paura sono state misurate di nuovo.

Poi i ricercatori hanno fornito ai bambini delle mappe con gli animali su un sentiero e hanno chiesto loro di indicare il punto in cui avrebbero voluto trovarsi. Hanno così identificato come sinonimo di paura la scelta da parte dei ragazzini di mettersi a distanza diversa dagli animali: in pratica più si posizionavano sulle mappe distanti dagli animali, più volevano evitarli.

Infine sono state date informazioni corrette sui due animali. Dai risultati è emerso che i bambini si influenzavano e tendevano ad avere risposte alla paura simili a quelle degli amici, con i maschi più condizionabili delle femmine.

Fonte: nutrieprevieni.it

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