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Le ricerche di Gerona 2005

(06-03-2017) Un'epidemia di salmonella dietro il collasso degli Aztechi?



Il sequenziamento di materiale genetico estratto da antiche sepolture messicane indica che il collasso della popolazione indigena verificatosi nell'arco di un secolo dall'arrivo dei Conquistadores spagnoli può essere stato causato da una forma particolarmente virulenta di salmonellosi, probabilmente proveniente dall'Europadi Ewen Callaway/NATURE
epidemiologiageneticaarcheologia
Una delle peggiori epidemie della storia umana, la pestilenza del XVI secolo che devastò la popolazione indigena del Messico, potrebbe essere stata causata da una forma mortale di salmonella proveniente dall'Europa, secondo i risultati di due studi.

Nel primo studio, i ricercatori sostengono di aver recuperato il DNA del batterio dello stomaco da sepolture scoperte in Messico e relative a un'infezione che ha ucciso fino all'80 per cento degli abitanti del paese nell'epidemia del 1540. Il gruppo riporta le sue conclusioni in un preprint pubblicato su bioRxiv l'8 febbraio scorso.

Il risultato potrebbe essere la prima documentazione genetica del patogeno che causò il collasso delle popolazioni indigene dopo la colonizzazione europea, spiega Hannes Schroeder, paleogenetista del Natural History Museum of Denmark a Copenhagen, che non era coinvolto nel lavoro, secondo il quale si tratta di "uno studio molto interessante”.

Cadaveri e fosse
Si stima che nel 1519, quando le forze guidate dal conquistador spagnolo Hernando Cortés arrivarono in Messico, la popolazione indigena fosse di circa 25 milioni di persone. Un secolo più tardi, dopo la vittoria spagnola e una serie di epidemie, il numero si ridusse a circa un milione.

Le più gravi di queste epidemie erano definite cocoliztli (che significa “pestilenza” in nahuatl, la lingua azteca). Due importanti cocoliztli, iniziati nel 1545 e nel 1576, uccisero dai 7 milioni ai 18 milioni di persone nelle regioni montuose del Messico. "Nelle città e nei grandi villaggi, si scavavano grandi fosse, e dal mattino al tramonto i preti non facevano altro che portare i cadaveri e gettarli nelle fosse”, annotava uno storico francescano che fu testimone dell'epidemia del 1576.

Guerrieri aztechi difendono la piramide di Tenochtitlán dai conquistadores di Cortez (Heritage / AGF)Finora

non c'era consenso sulla possibile causa dei cocoliztli, anche se il morbillo, il vaiolo e il tifo sono stati tutti chiamati in causa. Nel 2002, ricercatori della National Autonomous University of Mexico (UNAM) a Città del Messico ipotizzarono che dietro la carneficina vi fosse una febbre emorragica virale, esacerbata da una siccità catastrofica. Gli autori paragonarono le dimensioni dell'epidemia del 1545 a quelle della peste nera nel XIV secolo in Europa.

Genomica batterica
Nel tentativo di risolvere la questione, un gruppo guidato dal genetista evoluzionista Johannes Krause del Max-Planck-Institut per la scienza della storia umana di Jena, in Germania, ha estratto e sequenziato il DNA dai denti di 29 persone sepolte sugli altipiani di Oaxaca, nel Messico meridionale.

Tutte, tranne cinque, erano correlate a un cocoliztli che i ricercatori ritengono essersi verificato tra il 1545 e il 1550. L'antico DNA batterico recuperato da diversi individui corrispondeva a quello di Salmonella, secondo i confronti con un database di oltre 2.700 genomi batterici moderni.

Un ulteriore sequenziamento di brevi frammenti danneggiati di DNA, ricavati dai resti, ha permesso al gruppo di ricostruire due genomi di un ceppo di Salmonella enterica noto come Paratyphi C. Oggi, questo batterio provoca febbre enterica, una malattia simile al tifo presente soprattutto nei paesi in via di sviluppo che, se non trattata, uccide il 10-15 per cento delle persone infettate.

Microfotografia in falsi colori di del batterio Salmonella (in rosso) (CC0 Public Domain)“È perfettamente ragionevole che il batterio possa aver causato questa epidemia”, aggiunge Schroeder. “L'ipotesi è ben argomentata”. Ma Maria Avila-Arcos, genetista dell'evoluzione dell'UNAM, non è convinta. Osserva che alcuni ipotizzano che a causare il cocoliztli sia stato un virus, che non sarebbe stato individuato con il metodo utilizzato dal gruppo.

Il problema dell'origine
La tesi di Krause e colleghi è sostenuta anche da un altro studio pubblicato la scorsa settimana su bioRxiv, che solleva l'ipotesi che Salmonella Paratyphi C sia arrivato in Messico dal'Europa.

Un gruppo guidato da Mark Achtman, microbiologo dell'Università di Warwick a Coventry, ha raccolto e sequenziato il genoma del ceppo batterico estratto dai resti di una giovane donna sepolta intorno al 1200 a Trondheim, in Norvegia. È la più antica documentazione dell'ormai raro ceppo di Salmonella, e la prova che esso circolava in Europa, secondo lo studio. (Entrambi i gruppi hanno rifiutato di commentare le loro ricerche perché i loro articoli sono stati sottoposti a una rivista peer-review.)

“Ciò che vorremmo fare è studiare i due ceppi insieme”, dice Hendrik Poinar, biologo evoluzionista della McMaster University a Hamilton, in Canada. E se si potessero raccogliere diversi genomi antichi in Europa e nelle Americhe, dovrebbe essere possibile stabilire in modo più definitivo se gli agenti patogeni mortali come Salmonella arrivarono nel Nuovo Mondo dall'Europa.

L'esistenza di Salmonella Paratyphi C in Norvegia 300 anni prima della sua comparsa in Messico non prova che gli europei trasmisero la febbre enterica ai nativi messicani, dice Schroeder, ma si tratta di un'ipotesi ragionevole.

Guerrieri aztechi in una illustrazione del IX libro del Codice Fiorentino, l'ultima redazione della Historia universal de las cosas de Nueva España, di fra' Bernardino de Sahagún (CC0 Public Domain)Una piccola percentuale di persone infette da Salmonella Paratyphi C è portatrice sana del batterio: si può ipotizzare che spagnoli sani abbiano infettato i messicani privi di una resistenza naturale. Paratyphi C si trasmette attraverso la materia fecale, e un collasso dell'ordine sociale durante la conquista spagnola potrebbe aver portato alle cattive condizioni sanitarie favorevoli alla diffusione di Salmonella, spiegano nell'articolo Krause e il suo gruppo.

Lo studio di Krause indica una strada per individuare i patogeni responsabili delle epidemie dell'antichità, dice Schroeder. Il suo gruppo ha in programma di cercare gli antichi agenti patogeni nei siti di sepoltura dei Caraibi che sembrano legati alle catastrofiche epidemie che si sono diffuse dopo l'arrivo degli europei. "Che alcune di esse possano essere state causate da Salmonella è ormai una possibilità concreta", conclude.

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L'originale di questo articolo è stato pubblicato su Nature il 16 febbraio 2017. Traduzione ed editing a cura di Le Scienze.


Fonte: http://www.lescienze.it/news/2017/02/22/news/epidemia_salmonella_collasso_aztechi-3431159/?ref=nl-Le-Scienze_24-02-2017&refresh_ce

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