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Le ricerche di Gerona 2005

(28-05-2017) Carenza di vitamina D: questione di fisiologia ma anche di stile di vita




Secondo uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Journal of the American Osteopathic Association, la maggior parte della popolazione occidentale ha livelli inadeguati di vitamina D. «Le cause di tale carenza sono numerose e possono essere di tipo fisiologico come il passare degli anni, di tipo patologico come le malattie croniche quali il diabete di tipo 2 o da malassorbimento tra le quali la celiachia o il morbo di Crohn» esordisce Kim Pfotenhauer, della Touro University California, tra gli autori della pubblicazione, che poi aggiunge: «Anche lo stile di vita però ha un ruolo di primo piano».

Come spiegano i ricercatori, la vitamina D può essere assunta - anche se solo in piccola parte - attraverso l'assunzione di alimenti come pesci ricchi di grasso (salmone, sardine, tonno), uova, fegato di vitello e cibi appositamente fortificati, in particolare i cereali per la colazione. La maggior parte di questa vitamina viene però prodotta direttamente dall'organismo grazie all'esposizione alla luce solare, con tassi di produzione che variano in base all'età e alla carnagione della persona, ma anche alla latitudine e all'ora alla quale ci si espone. Le persone più giovani e con la pelle più chiara ne producono di più, soprattutto se l'esposizione avviene nelle ore centrali del giorno e a latitudini non troppo elevata. «L'uso delle creme solari con fattori di protezione superiori a 15 può ridurre anche del 99% la capacità dell'organismo di sintetizzare la vitamina D» spiega Pfotenhauer, ricordando che pur essendo indispensabili per proteggere la pelle dal cancro, queste creme rappresentano un ostacolo al raggiungimento dei livelli ottimali di vitamina D. «La buona notizia è che non bisogna rimanere al sole giornate intere per avere un beneficio: bastano da 5 a 30 minuti nelle ore centrali del giorno per un paio di volte a settimana» concludono gli autori, sottolineando che la carenza di vitamina D può provocare dolori muscolari, fratture ossee e altre conseguenze importanti per la salute degli adulti.

J Am Osteopath Assoc. 2017. doi: 10.7556/jaoa.2017.055
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28459478

Fonte: doctornews33

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