(01-08-2017) La chirurgia radicale potrebbe essere eccessiva nel cancro della prostata localizzato
I risultati di uno studio durato 20 anni pubblicato sul New England Journal of Medicine hanno riscontrato che la prostatectomia radicale non è associata a una sopravvivenza migliore rispetto all'osservazione nei pazienti con cancro alla prostata localizzato. «Dopo quasi 20 anni di follow-up in uomini con cancro alla prostata localizzato, la chirurgia non è stata associata a una mortalità da tutte le cause o da cancro alla prostata significativamente più bassa rispetto all'osservazione. La chirurgia è risultata associata a una frequenza più alta di eventi avversi rispetto all'osservazione, ma a una frequenza inferiore di trattamento per la progressione della malattia, per lo più per progressione asintomatica, locale o biochimica» afferma Timothy Wilt, del Minneapolis Veterans Affairs Health Care System e della University Of Minnesota School of Medicine di Minneapolis, primo autore dello studio. Oltre 700 uomini con età uguale o inferiore a 75 anni con tumore alla prostata localizzato sono stati randomizzati a ricevere prostatectomia radicale o osservazione.
L'incidenza di morte a 20 anni era statisticamente simile tra i gruppi, con il 61% per l'intervento chirurgico e il 67% per l'osservazione. Anche la sopravvivenza mediana, di circa 13 anni, era simile tra i due gruppi così come la mortalità per cancro alla prostata: 7% per la chirurgia e 11% per l'osservazione. Il gruppo trattato con chirurgia aveva più probabilità che si verificassero eventi avversi urogenitali, ma meno probabilità che si presentasse una progressione della malattia. «I nostri risultati, coerentemente con altri studi precedenti più brevi, mostrano che la mortalità per cancro alla prostata a lungo termine rimane bassa nella maggior parte degli uomini con cancro alla prostata localizzato che vengono trattati con osservazione e che la morte da cancro alla prostata è molto rara tra gli uomini con malattia a basso rischio e basso Psa. Appare necessario ridurre il sovratrattamento» concludono gli autori.
N Engl J Med. 2017. doi: 10.1056/NEJMoa1615869
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28700844
Fonte: doctornews33
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