(25-11-2017) Caso glifosato, livelli in preoccupante aumento. I rischi per la salute
Secondo una lettera di ricerca pubblicata su Jama, i livelli medi del diserbante glifosato e di un suo metabolita nelle urine in un campione di adulti anziani che vivono nella California meridionale sono aumentati tra il 1993 e il 2016, così come è aumentata la percentuale di campioni con livelli rilevabili di queste sostanze. «Il glifosato, l'ingrediente principale di un diserbante che viene spruzzato su colture geneticamente modificate, introdotte negli Stati Uniti nel 1994, è rilevabile su queste colture ancora al momento della raccolta. L'esposizione ambientale attraverso l'assunzione di queste colture ha potenziali effetti negativi sulla salute e può essere misurata tramite l'eliminazione nelle urine» spiega Paul Mills, dell'Università della California, San Diego, primo autore dello studio. I ricercatori hanno misurato i livelli di escrezione del glifosato e del suo metabolita acido aminometilfosfonico (Ampa) nei partecipanti al Rancho Bernardo Study of Healthy Aging. Tra i partecipanti allo studio, 112 hanno fornito campioni di urine in ciascuna delle cinque visite cliniche che si sono svolte dal 1993 al 1996 e dal 2014 a 2016. Tra questi, sono stati selezionati casualmente per questo studio 100 individui, con età media nel 2014-2016 di 78 anni.
Mills e colleghi hanno scoperto che il livello medio di glifosato è aumentato da 0,24 microg/L nel 1993-1996 a 0,314 microg/L nel 2014-2016 e ha raggiunto 0,449 microg/L nel 2014-2016 per i 70 partecipanti con livelli superiori al limite di rilevamento. I livelli medi di Ampa sono aumentati da 0,008 microg/L nel 1993-1996 a 0,285 microg/L in 2014-2016, e hanno raggiunto 0,401 microg/L nel 2014-2016 per i 71 partecipanti con livelli superiori al limite di rilevamento. I tassi di prevalenza dei campioni di glifosato al di sopra del limite di rilevamento sono aumentati notevolmente nel tempo, da 0,120 in 1993-1996 a 0,700 nel 2014-2016, e anche la prevalenza di campioni con Ampa sopra il limite di rilevamento è aumentata significativamente, da 0,050 nel 1993-1996 a 0,710 nel 2014-2016. Gli autori ricordano che studi su animali e uomini suggeriscono che l'esposizione cronica a diserbanti a base di glifosato possa causare risultati negativi per la salute, e che nel luglio 2017, in conformità con il Safe Drinking Water and Toxic Enforcement Act del 1986, lo stato della California ha inserito il glifosato in un elenco di probabili agenti cancerogeni. Lo studio presenta alcune limitazioni, tra cui il fatto che il gruppo di studio ha vissuto solo nella California meridionale, che potrebbe avere esposizioni diverse rispetto agli altri stati. «Sono necessari studi ulteriori sui rapporti tra l'esposizione cronica al glifosato e la salute umana» concludono i ricercatori. In Europa la situazione è in questo momento piuttosto confusa. Nel 2015, la Iarc, l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, che fa parte dell'Organizzazione mondiale della sanità , ha inserito il glifosato nella lista delle sostanze "probabilmente cancerogene". L'Efsa, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare, ha in seguito espresso un giudizio più rassicurante, ma le sue valutazioni sembrano essere state effettuate su una documentazione più limitata, che non ha convinto molti. Il 25 ottobre l'Unione Europea deciderà se prorogare per altri 10 anni l'autorizzazione all'uso di questo diserbante, e a questo proposito, è notizia degli ultimi giorni che il ministro Beatrice Lorenzin abbia dichiarato che l'Italia si opporrà al rinnovo dell'autorizzazione al glifosato quando i paesi dell'Ue saranno chiamati a votare.
Fonte: Jama 2017. doi:10.1001/jama.2017.11726 http://jamanetwork.com/journals/jama/fullarticle/10.1001/jama.2017.11726
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