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Le ricerche di Gerona 2005

(09-04-2018) L’attività fisica salva la vita: ma servono almeno 20 minuti al giorno



Chi fa attività fisica regolarmente tutti i giorni, vive meglio e più a lungo. Si sa da tempo, ma adesso uno studio appena pubblicato su JACC ribadisce il concetto e prende le misure ai benefici dell’esercizio fisico. Il benchmark del benessere si attesta sui 20 minuti di attività fisica moderata-vigorosa, non necessariamente continuativa, ogni giorno. Chi è sotto questa soglia, ha un aumentato rischio di mortalità. Chi fa almeno 60 minuti di attività al giorno, riduce il rischio di mortalità del 57%; chi fa più di 100 minuti al giorno, abbatte il rischio di mortalità del 76%.

L’attività fisica fa bene sempre e comunque, sia che si facciano con costanza i fatidici 10 mila passi al giorno, sia che si ci eserciti per pochi minuti al giorno con un’app del telefonino. Tutto va bene e fa brodo per sconfiggere la sedentarietà, madre di tanti guai.
E’ il messaggio che emerge da un lavoro della Duke University, pubblicato su JACC.

“Per almeno tent’anni – commenta uno degli autori dello studio, il professorWilliam E. Krausdella Duke – le linee guida hanno suggerito che un’attività fisica di tipo moderato-strenuo fosse foriera di benefici per la salute, purché l’attività fisica superasse ogni volta i 10 minuti continuativi. Allo stesso tempo però si continuava a suggerire alla gente di fare le scale, anziché prendere l’ascensore, o di parcheggiare un po’ più lontano del solito, tutte attività che non arrivano a coprire i dieci minuti continuativi prescritti. Una contraddizione in termini insomma”.

Ma adesso lo studio appena pubblicato dai ricercatori della Duke va a sdoganare anche questi brevi momenti di attività fisica, evidenziandone la loro utilità per la salute. In altre parole, anche la ‘somma’ dell’attività fisica, totalizzata nell’arco della giornata giova alla causa della salute. A patto che la sua intensità rientri nella categoria del moderato-vigoroso. E cosa si intenda per ‘moderato’ è presto detto: ad esempio, camminare a passo veloce, così da rendere difficile ingaggiarsi in una conversazione. Da questo livello in su, ad esempio, passando ad un passo di jogging, si passa nella categoria dell’esercizio ‘vigoroso’, almeno per la maggior parte della gente.


Le attuali linee guida, firmate dalDepartment of Health and Human Servicesamericano, risalgono al 2008 e raccomandano almeno 150 minuti di esercizio fisico moderato o 75 minuti di attività fisica vigorosa a settimana, da spalmare idealmente su più giorni. A fine anno è attesa la pubblicazione dell’aggiornamento delle linee guida.

Per lo studio pubblicato su JACC, Kraus e colleghi delNational Cancer Institutehanno esaminato i dati relativi a 4.840 persone di età superiore ai 40 anni, che avevano preso parte, tra il 2003 e il 2006, allaNational Health and Nutrition Examination Survey. I partecipanti a questa indagine indossavano degli accelerometri che hanno consentito di quantificare il grado di attività fisica giornaliero. Nel 2011, di questa grande coorte risultavano ancora vive 4.140 persone.
L’analisi dei dati ha consentito di evidenziare che i benefici maggiori, rispetto alla riduzione del rischio di morbilità e mortalità, possono verificarsi anche cper sforzi relativamente contenuti, ma naturalmente, maggiore il livello di attività fisica, maggiori i benefici.

Da questa analisi emerge che le persone a più elevato rischio di mortalità sono quelle che svolgono meno di 20 minuti di attività fisica (moderata-vigorosa) al giorno; chi si impegna in 60 minuti di attività fisica al giorno invece può arrivare a più che dimezzare (-57%) il rischio di morte. Infine, chi si impegna in almeno 100 minuti di attività fisica al giorno, arriva a ridurre il proprio rischio di mortalità del 76%.

Maria Rita Montebelli

Fonte: quotidianosanità.it

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