(03-07-2018) Rischio di Morbo di Crohn se BMI scorretto
Obesità e sottopeso aumentano il rischio della malattia
La malattia di Crohn (CD) è stata tradizionalmente associata a rapido dimagrimento e basso indice di massa corporea, ma paradossalmente l'obesità è stata recentemente suggerita come un fattore di rischio per il CD, ma non per la colite ulcerosa (UC).
La relazione tra BMI e CD ha quindi forma di U?
Risponde un ampio studio prospettico di coorte basato sulla popolazione danese in cui si è valutato BMI e successivo rischio di IBD, prendendo in considerazione l'età alla diagnosi di IBD.
Una coorte di 74.512 donne, con BMI misurata pre-gravidanza e 18 mesi dopo il parto, è stata seguita per 1.022.250 anni-persona per lo sviluppo di IBD, secondo i dati del National Patient Register danese.
I soggetti sovrappeso (25≤ BMI <30 kg / m2) presentavano il rischio più basso di CD, mentre l'obesità (BMI≥30 kg / m2) aumentava il rischio di CD a tutte le età e il BMI basso (BMI <18,5 kg / m2) è risultato associato a CD diagnosticato all'età di 18- <40 anni.
Quindi, usando i soggetti con peso normale come riferimento, il rischio di sviluppare CD (all'età di 18- <40 anni) era 1,8 (IC 95%, 0,9-3,7) per le sottopeso, 0,6 (0,3-1,2) per le donne in sovrappeso, e 1,5 (0,8-2,7) per gli individui obesi. Questi rapporti erano ancora più alti considerando il BMI a 18 mesi dal parto.
L’analisi per il rischio di CD in base al rapporto vita/fianchi ha confermato una relazione a forma di U quando CD si verifica <40 anni e una relazione lineare con CD diagnosticata dopo i 40 anni. Non c'era alcuna relazione tra BMI e rischio di UC.
Per la prima volta, si dimostra che sia l'alto sia il basso BMI sono fattori di rischio per il CD.
Il sottopeso può essere una manifestazione preclinica presente molti anni prima dell'inizio della malattia, ma è l’obesità il vero fattore di rischio.
Ciò solleva la questione se ci possano essere due forme distinte di CD.
Se la perdita di peso si verifica molti anni prima della diagnosi, sono richiesti marcatori precoci di malattia che potrebbero consentire un intervento prima della presentazione clinica. Ciò offrirebbe la speranza di prevenire il danno intestinale irreversibile frequentemente presente alla prima diagnosi.
Autori: Mendall M, Harpsøe MC, Kumar D, Andersson M, Jess T.
Fonte: PLoS One. 2018 Jan 24;13(1):e0190600. doi: 10.1371/journal.pone.0190600.
Link della fonte:https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29364914
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