(24-02-07) Le farmaceutiche come hollywood: tanto fumo niente arrosto
Liam Bernal ? uno pseudonimo . ? un nome finto dietro cui si cela un dirigente del settore ricerca e sviluppo di un?industria farmaceutica. A che serve lo pseudonimo? A poter dire delle cose che altrimenti non potrebbero essere dette. Per esempio che le farmaceutiche, che sono tra le industrie pi? fiorenti e redditizie dal punto di vista economico, hanno smesso di investire in ricerca e sviluppo. Liam Bernal lo ha scritto sull'ultimo numero della rivista The Scientist.
Per spiegare ci? che sta succedendo a big-pharma Bernal ha trovato un paragone molto suggestivo: le industrie farmaceutiche sono oggi nella stessa fase in cui si ? trovata l?industria di Hollywood dopo gli anni 50; il passaggio dal cinema d?autore ai grandi colossal prima, e ai blockbuster dopo, ha garantito la sopravvivenza di un?industria florida nella quale per? non ci sono pi? elementi di novit?.
Grandi effetti speciali, file e incassi record al botteghino ma di capolavori nemmeno l'ombra. Se oggi negli Stati Uniti si vuole vedere qualcosa di nuovo dal punto di vista cinematografico bisogna cercare tra i circoli indipendenti, fuori dal circuito commerciale che rende ogni prodotto simile ad un altro perch? segue la logica della competizione rispetto ad un altro marchio e non la logica della produzione di novit?.
La stessa logica della competizione pare, secondo l?analisi di Bernal, stia imbrigliando le grandi case farmaceutiche le quali si preoccupano principalmente di vincere sul mercato nei confronti dei diretti competitori. Gli utili non vengono reinvestiti in ricerca e sviluppo ma in marketing. Per un perverso meccanismo del mercato azionario questo schema continua a rendere florida e ricca un?azienda anche se non investe.
Gli effetti cominciano a notarsi. Dal 1996 il numero di nuovi farmaci approvati dalla Food and Drug Administration, l?ente che sovrintende al controllo della sicurezza di farmaci e cibi negli Usa, si ? dimezzato. Nel 2005 ci sono stati 20 nuovi farmaci approvati, il secondo numero pi? basso di approvazioni da quando l?agenzia ? nata. Il motivo? Sempre pi? sperimentazioni vengono interrotte in fase tre, cio? nell?ultima fase di studio che verifica l?efficacia di un farmaco. Degli studi che vengono interrotti met? fallisce perch? non si riesce a dimostrare la superiorit? del nuovo farmaco rispetto al placebo; un 30 per cento dei trial viene interrotto in corso di sperimentazione per problemi di sicurezza e il restante 20 per certo perch? non si riesce a dimostrare il vantaggio di introdurre la nuova terapia in ruolo di quelle gi? esistenti.
Secondo Liam Bernal (chi si celer? sotto questo nome?) tutto ci? accade perch? in questo momento l?industria farmaceutica ha esaurito quelli che in economia si definiscono "bersagli facili" da raggiungere e che garantiscono profitto.
Dopo una prima fase in cui le industrie farmaceutiche hanno creato un rete di ricerca e prodotto farmaci innovativi, conclusasi secondo questa analisi circa una decina di anni fa, si ? entrati in una seconda fase in cui si "gioca a modificare qualche residuo del principio attivo quanto basta da rendere necessaria una nuova approvazione ma che non rappresenta davvero un?innovazione", si legge sull?ultimo numero di The Scientist.
Fonte: Bernal L. Why pharma must go hollywood. The Scientist 2007;21:42.
emanuela grasso
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