(15-03-07) C'? anche un'obesit? chimica?
Una ricerca americana individua una possibile terza causa dell'obesit? nei ?ritardanti di fiamma bromurati?
Dopo la fame chimica (come la chiamano i ?giovani?), ovvero l'appetito artificiale indotto da alcune droghe, arriva l'obesit? chimica, ovvero un'alterazione del metabolismo umano dovuto a sostanze chimiche che mandano in tilt l'organismo. E la cosa pi? bizzarra ? che questo tipo di obesit?, se confermata da ulteriori prove, sarebbe indotta da materiali sintetici che servono a prevenire gli incendi e che si insinuano nel sistema, e nel corpo umano, attraverso la cosiddetta catena della contaminazione. La scoperta si deve a un team di ricercatori dell'Universit? del New Hampshire, che avrebbero individuato una terza causa di soprappeso patologico (dopo eccesso di cibo e vita sedentaria) nei cosiddetti ritardanti di fiamma bromurati (PBDE), utilizzati per evitare o ritardare l'estendersi delle fiamme. Si tratta di sostanze chimiche coinvolte nella produzione di computer, televisori e tappeti. Nonostante la maggior parte di esse sia vietata nell'Unione Europea, si continua a trovarne residui negli alimenti pi? disparati (acciughe, carne, formaggio, pesce, pane nero, burro, miele). Del resto la presenza di PBDE nel cibo ? indice della loro rintracciabilit? negli ecosistemi di tutto il mondo. Inoltre sono state trovate tracce di PBDE nel sangue di operai addetti agli impianti di riciclaggio di componenti elettroniche e di impiegati che passano molte ore al computer.
LO STUDIO ? Gale Carey, Anthony Tagliaferro e Deena Small, collaborando con altri esperti in scienze dell'alimentazione e in scienze animali, hanno dimostrato, attraverso un esperimento sui topi, che i PBDE perturbano il sistema ormonale causando, tra l?altro, una grave alterazione dei due ormoni antagonisti, insulina-glucagone, che regolano le scorte di energia. Il rischio in particolare, consisterebbe nel fatto che l'esposizione ai ritardanti di fiamma bromurati rende le cellule adipose meno sensibili all'insulina.
PBDE ? I ritardanti di fiamma bromurati tendono a legarsi alla materia grassa e, nonostante molti di questi siano composti chimicamente ?ingombranti?, troppo grandi per accumularsi negli organi, esistono dati che indicano come gli organismi che le assumono sono comunque in grado di assimilarli. Queste sostanze hanno iniziato a essere prodotte dal 1960 e si calcola che gli americani vengono a contatto con loro almeno 100 volte al giorno. I loro produttori sottolineano che, grazie ai ritardanti di fiamma bromurati, circa il 45 per cento di morti da fuoco vengono prevenute.
Emanuela Di Pasqua
Fonte: IL CORRIERE.it
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