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Le ricerche di Gerona 2005

(20-04-07) Ma quando si guarisce dalla depressione?



Le conseguenze della depressione vanno ben oltre la sintomatologia clinica dell?episodio depressivo.
Infatti, alla fase acuta si accompagna e segue la compromissione sociolavorativa, con riduzione dell?iniziativa, dell?efficienza e della gratificazione, legate all?attivit? professionale e alle interazioni sociali.
A ci? si deve aggiungere che, sia a causa di cure non ottimali sia per il suo naturale decorso, la depressione ? soggetta a fasi di remissione e successive recidive.
Il concetto di guarigione assume, quindi, connotazioni differenti a seconda dei parametri che si decide di considerare.

La risposta clinica
In genere, il trattamento degli episodi acuti si focalizza principalmente sulla riduzione dei sintomi clinici.
Infatti, negli studi sperimentali con farmaci antidepressivi, gli end point misurati per valutare l?efficacia dei farmaci sono quasi esclusivamente riferiti alla sintomatologia clinica.
In particolare tra i criteri pi? utilizzati negli studi controllati vi ? la risposta clinica, definita come diminuzione del 50%, rispetto ai valori basali, del punteggio totale ottenuto somministrando le scale che misurano la sintomatologia affettiva.
Le scale pi? utilizzate e validate a livello internazionale sono la Hamilton Rating Scale for Depression (HAM-D) e la Hamilton Rating Scale for Anxiety (HAM-A).
Tuttavia, gli studi in cui ? stata ottenuta una guarigione parziale suggeriscono che la probabilit? di un episodio depressivo successivo rimane alta, come la presenza di stati residuali invalidanti interepisodici.
Per questo sono in aumento i protocolli terapeutici che cercano di ottenere una remissione completa dei sintomi depressivi, incluso il recupero dello stato funzionale premorboso.
Remissione e recupero
Attualmente la ricerca si ? orientata verso criteri di valutazione complessivi, che considerano anche il recupero sociolavorativo del paziente.
Questo ampliamento di prospettiva si traduce nell?impiego di nuovi end point volti a dimostrare, oltre alla risposta clinica, anche la remissione della sintomatologia affettiva e la completa ripresa funzionale.
In questa ottica, l?obiettivo terapeutico ottimale sarebbe quello di raggiungere un punteggio uguale o inferiore a 7 punti nelle scale di Hamilton.
Questo risultato, infatti, sembra coincidere con tutta una serie di indicatori importanti, quali: il recupero del funzionamento sociolavorativo premorboso; la riduzione del rischio di recidiva, di ricorrenza e di cronicizzazione, correlato ai sintomi residui.

Strategie di cura
Il rischio di recidiva aumenta alla comparsa di ogni nuovo episodio e la durata degli intervalli liberi da malattia tende a ridursi progressivamente. La persistenza di sintomi residui sottosoglia e uno scarso funzionamento lavorativo sono importanti predittori di ricorrenza.
La remissione incompleta, tra l?altro, ? piuttosto comune: un quarto dei soggetti con disturbi ricorrenti presenta, infatti, stati residuali invalidanti interepisodici.
Da queste premesse muovono le strategie terapeutiche pi? innovative.
Innanzitutto ? necessario ottimizzare la somministrazione dei farmaci, assicurando dosi e durata adeguate. Occorre poi valutare gli effetti collaterali, ridurli quando possibile, e comunque preparare il paziente a gestirli, per non rischiare che il loro impatto possa compromettere l?adesione alla terapia. Il paziente, infatti, deve comprendere la necessit? del trattamento di mantenimento (a lungo termine), unico in grado di favorire la remissione completa dei sintomi.

Fonte
? Mencacci C et al.
Remissione e guarigione clinica della depressione: end point della terapia antidepressiva.
Facts news & views 2003; 4(2): 1-4


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