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Le ricerche di Gerona 2005

(25-04-07) Pesce grasso arterie magre




C?? un trattamento per i fattori di rischio cardiovascolari che, virtualmente, ? privo di controindicazioni: l?olio di pesce. E? vero che non fa scendere il colesterolo LDL, che ? il responsabile primo dell?aterosclerosi, ma ormai da tempo si hanno le prove che la sua assunzione riduce gli eventi cardiovascolari. Una nuova conferma viene dal Giappone, dove la somministrazione dell?olio di pesce cio?, pi? precisamente degli acidi grassi Omega-3, ? stata messa alla prova in associazione alle statine, cio? ai principali farmaci antiaterosclerotici. In pratica i ricercatori hanno raggruppato dal 1996 al 1999 pi? di 18.000 pazienti che presentavano ipercolesterolemia. Una parte del campione era trattata con la sola statina, l?altra con la statina e con 1.800 mg di EPA (acido eicosapentaenoico, principale esponente della famiglia degli Omega-3).

Benefici in prevenzione secondaria
La ricerca ? durata a lungo, tanto che la met? dei partecipanti ? stata seguita per pi? di quattro anni e mezzo e, in questo periodo, ? stata osservata la comparsa di qualsiasi evento coronarico importante: dalle crisi anginose all?infarto mortale e no, nonch? l?eventuale ricorso ad angioplastica o by-pass. Chiuso lo studio, si ? riscontrato che tra coloro che assumevano l?EPA gli eventi coronarici sono stati in totale 262, pari al 2,8% del gruppo; in quello di controllo sono stati significativamente di pi?: 324 (3,5%). Di conseguenza, l?assunzione dell?olio di pesce determinava una riduzione del rischio relativo del 19%, e le conclusioni erano significative dal punto di vista statistico. Quindi l?EPA funziona, ma bisogna distinguere in quali casi. Innanzitutto, eventi fatali, come la morte cardiaca improvvisa e l?infarto mortale non venivano ridotti, ma tutti gli eventi non fatali s?. Un?altra differenza si riscontra anche considerando le caratteristiche di partenza del paziente: in chi aveva gi? subito un infarto o altro disturbo coronarico importante, la riduzione era sempre pari al 19% e significativa, mentre nel sottogruppo di prevenzione primaria, cio? senza precedenti coronarici, la differenza era del 18%, ma non era statisticamente significativa.

La spiegazione c??
Perch? un effetto confinato soltanto agli eventi non mortali, soprattutto considerando che la letteratura mostra che gli Omega-3 riducono anche la mortalit?? I ricercatori giapponesi hanno trovato una risposta convincente. Infatti, a oggi risulta che basse dosi di olio di pesce (o un consumo moderato di pesci grassi) riescono a ridurre la mortalit? cardiovascolare, mentre aumentando le dosi (o il consumo di pesce) si ha anche una riduzione degli eventi non mortali (come l?angina instabile). E? possibile, dicono quindi gli autori dello studio, che la popolazione giapponese, forte consumatrice di pesce, abbia un apporto giornaliero di Omega-3 gi? adeguato a prevenire la mortalit? (la quota prevenibile, ovviamente) quindi procedere a una supplementazione significa andare a prevenire gli incidenti non mortali. Il risultato non cambia: i grassi del pesce funzionano comunque. E il livello di colesterolo LDL? Su quello l?olio di pesce non funziona ma, del resto, si sapeva gi?.

Maurizio Imperiali


Fonte
Yokoyama M et al. Effects of eicosapentaenoic acid on major coronary events in hypercholesterolaemic patients (JELIS): a randomised open-label, blinded endpoint analysis. The Lancet 2007; 369:1090-1098
Fonte:dica33

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