(16-05-07) Obesit?: anche Shakespeare aveva dato l'allarme
William Shakespeare ? stato uno dei primi a parlare di relazione tra obesit? e cattivo stato di salute quando ha fatto dire a Falstaff nell?Enrico IV: "Sono pi? in carne di qualunque altro uomo e per questo di salute pi? cagionevole". Da questa intuizione sono passati circa quattrocento anni e si ? registrato un numero ancora pi? elevato di ricerche scientifiche disegnate per provare la relazione esistente tra obesit?, mortalit? e condizioni invalidanti causate dalla malattia.
Questo mese ? il turno degli Archives of Internal Medicine, rivista nella quale sono comparsi due studi clinici: il primo condotto con lo scopo di valutare il rapporto tra obesit? e produttivit? lavorativa, il secondo con lo scopo di stimare l?effetto dell?obesit? sia sulla mortalit? che sulla disabilit? dei malati anziani.
Il primo studio clinico ? stato condotto usando i dati del Duke Health System and University dell?omonima universit? statunitense. Alcuni ricercatori del Department of Community and Family Medicine hanno usato i dati relativi all?indice di massa corporea dei dipendenti dell?Universit? e lo hanno correlato con la loro produttivit?, con i giorni lavorativi persi per disturbi legati all?obesit? e gli eventuali sussidi o aiuti che essi ricevono perch? affetti da malattia invalidante. Non sorprende che i ricercatori abbiano concluso che, per mantenere alta la produttivit? e l?efficienza degli impiegati e per ridurre al minimo i costi dovuti alle malattie, ? necessario che i lavoratori siano messi in condizioni lavorative ottimali tra cui, fondamentale, la possibilit? di consumare dei pasti sani e in luoghi adatti.
Il secondo studio, condotto presso la University of Texas Medical Branch di Galveston, ha dimostrato che la relazione esistente tra obesit? e mortalit? negli individui di et? inferiore ai 65 anni si annulla per i soggetti di et? superiore ai 70 anni i quali, invece, sono il gruppo che pi? ? colpito dalle conseguenze spesso invalidanti di questa malattia.
I due studi, pur non pietre miliari, sono stati considerati comunque degni di nota dalla redazione del giornale che ha dedicato al loro commento un editoriale che, seppur con toni garbati, ha sottolineato come questi lavori non aggiungano grosse novit?. Semmai, al contrario, ripetono alcuni errori di disegno degli studi clinici e non chiariscono bene alcuni aspetti metodologici.
Una lettura interessante solo per ribadire che l?obesit? ? uno dei pi? gravi fattori di rischio per malattie croniche molto diffuse che spesso portano alla disabilit? e che, in un futuro prossimo, se non si interviene oggi lavorando sulla prevenzione, i sistemi sanitari collasseranno.
Fonte: ?stbye T et al. Obesity and Workers? Compensation: Results From the Duke Health and Safety Surveillance System. Arch Intern Med 2007;167:766-773.
Al Snih S et al. The Effect of Obesity on Disability vs Mortality in Older Americans. Arch Intern Med 2007;167:774-780.
Ferrucci L et al. Obesity, Disability, and Mortality: A Puzzling Link. Arch Intern Med 2007;167:750-751.
emanuela grasso
Fonte: YAHOO! SALUTE
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