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Le ricerche di Gerona 2005

(22-05-07) A tavola ricominciamo da uno



Una ricerca su adulti sani che rispettavano il Ramadan ha evidenziato effetti positivi sullo stato infiammatorio dell'organismo e su fattori di rischio cardiovascolare



C'? chi per impegni di lavoro non riesce sempre a fare i tre pasti giornalieri raccomandati, ma ci sono anche parecchie persone che si sono abituate a mangiare soltanto a colazione e a cena perch?, per vari motivi, lo trovano pi? congeniale. Niente di pi? sbagliato, hanno sempre ammonito gli esperti: questo comportamento pu? nuocere alla salute. Ma quanto? Forse meno di quello che si pensa, per lo meno a determinate condizioni. Di fatto, non ? ancora del tutto chiara l'influenza della frequenza dei pasti sulla salute. E se numerose evidenze confermano l'opportunit? di frazionare le calorie in tre momenti della giornata, ci sono anche ricercatori che si chiedono se una minor frequenza dei pasti possa offrire addirittura qualche vantaggio. Lo suggerirebbero, infatti, alcuni studi relativi al Ramadan, il mese in cui ai musulmani viene chiesto di digiunare dall'alba al tramonto. Una di queste ricerche, appena pubblicata da Annals of Nutrition and Metabolism, ha messo a confronto 40 adulti sani normopeso che rispettavano il Ramadan con altri 28 che non lo seguivano, testando prima, durante e dopo il periodo prolungato di digiuno intermittente, diversi parametri. Ebbene, in chi mangiava solo al mattino presto e alla sera si sono osservati alcuni effetti positivi sullo stato infiammatorio dell'organismo e su fattori di rischio cardiovascolare (per esempio, sul rapporto fra colesterolo totale e quello ?buono?, l'Hdl).
STUDI PRECEDENTI - Peraltro, gi? alcuni studi dell'Istituto nazionale sull'invecchiamento degli Usa, avevano evidenziato che in animali sottoposti ad un regime di digiuno intermittente si riduce l'incidenza di alcune malattie associate all'avanzare dell'et?. ?Quanto accade nelle condizioni sperimentali citate ? molto interessante ? commenta Enzo Nisoli, professore associato di Farmacologia alla Facolt? di medicina dell'Universit? di Milano ?. In un nostro recente studio, pubblicato su Science, per tre mesi animali da esperimento a giorni alterni sono stati tenuti a digiuno, o lasciati mangiare a volont?. Si ? osservata una riduzione di circa il 30% dell'apporto calorico giornaliero, accompagnata da un aumento della capacit? delle cellule di utilizzare bene la minore energia disponibile e di produrre enzimi che contrastano i radicali liberi, implicati nell'invecchiamento. Ma dagli studi sugli effetti del digiuno intermittente nell'uomo non si possono ancora trarre risultati definitivi. Cos?, anche se effettivamente ci sono persone che per loro predisposizione trovano congeniale ridurre la frequenza dei pasti, ripartire in almeno 3 momenti le calorie giornaliere ? tuttora il modello maggiormente condiviso dagli esperti?. Ma c'? differenza nel mangiare a pranzo piuttosto che a cena? ?Non ci sono evidenze conclusive sul fatto che gli alimenti abbiano effetti metabolici diversi a seconda del momento della giornata in cui vengono assunti ? precisa Nisoli ?. Quello che, invece, va sottolineato ? che una caloria ? sempre una caloria, indipendentemente dal momento di assunzione?.

CONSIGLI -Quali consigli dare a chi abitualmente mangia meno di tre volte al giorno? E chi assolutamente non deve farlo? ?Se la persona ? sana, non ? iponutrita e non ha carenze di micronutrienti, probabilmente il semidigiuno non produrr? danni significativi ? dice Agostino Paccagnella, responsabile del Servizio di dietetica e nutrizione clinica Ulss 9 di Treviso ?. ? per? consigliabile che si tenga sotto controllo e che la riduzione dei pasti sia limitata nel tempo. D'altra parte, molte religioni prevedono questa abitudine, che non produce effetti indesiderati proprio perch? inserita in un contesto che evita le esagerazioni. Ma attenzione: parliamo di persone sane, adulte, senza disturbi del comportamento alimentare. In caso di patologie, quali il diabete insulino dipendente, o di particolari situazioni (gravidanza, infanzia, vecchiaia) in cui i meccanismi metabolici sono meno efficienti, il corretto frazionamento dei pasti resta la regola. E a coloro che d'abitudine saltano un pasto, magari convinti di mantenere meglio il peso forma, va ricordato di variare molto gli alimenti e di assicurarsi il giusto apporto energetico?.
Carla Favaro

Fonte: CORRIERE DELLA SERA.it

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