(07-06-07) Quando la dieta deve curare ? un atto medico
di Eugenio Del Toma
Anche nella ristretta famigliola dei miei lettori ? scoppiata una controversia. Dieci e pi? anni di lettere e di e-mail lusinghiere, mi avevano incoraggiato nel non facile lavoro di informare i lettori sui problemi della nutrizione umana, quando pare che sia scivolato sulla buccia di banana delle competenze mediche che un vecchio decreto ministeriale (in particolare quello relativo al "tariffario" recante la disciplina degli onorari) riconosce o riconoscerebbe anche ai biologi.
Una lettrice ha scritto a "Salute" che il biologo nutrizionista pu? svolgere la sua professione "in totale autonomia senza la presenza del medico". Questa affermazione a mio parere contrasta con il buon senso, ancor prima che con altre fondamentali leggi sulla professione medica e quindi sull'esercizio abusivo della professione. Premetto che, almeno da parte mia, non si tratta di difendere la lobby medica perch? ho scritto, pi? volte, che anche l'insegnamento della Scienza dell'Alimentazione per i medici ? inadeguato, rispetto alle finalit? di prevenzione e di dietoterapia della specialit?. Purtroppo, per?, le cose vanno ancor peggio nel Corso di Biologia, dato che proprio dei biologi richiesero e ottennero dall'Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (Adi), almeno nel periodo della mia presidenza, dei corsi di approfondimento sulle problematiche dell'obesit?.
Per prevenire ogni conflittualit? professionale l'Adi organizz? a Orvieto, nel 1997, un Congresso su "Nutrizione e legge" riportando negli Atti (Adi Magazine 1-1997) il parere dei Relatori, tra cui ovviamente dei cattedratici di Medicina legale. Si parl? soprattutto di obesit? e conseguenti prescrizioni dietetiche, dato che nessuno fu sfiorato dal dubbio che dei non medici si potessero occupare di prescrizioni dietetiche destinate ai malati di corsia o della rianimazione.
Voglio precisare che nella sintesi di una relazione, intitolata "Riflessioni medico-legali in tema di prescrizione dietetica", il prof. Mauro Bacci dell'Universit? di Perugia, ha scritto testualmente: "Se si considera l'obesit?, secondo una concezione ampiamente condivisa, espressione di patologia, sia essa fisica, psichica o solo comportamentale, l'inquadramento medico-legale della prescrizione dietetica non pu? fare astrazione dal concetto di malattia e da quello di cura. Ne deriva che ogni indicazione finalizzata al superamento o alla correzione di quella specifica condizione patologica assume il significato di un vero e proprio atto medico che diviene illegittimo qualora...". Inoltre Bacci precisa che la prescrizione dietetica ? "una vera e propria ricetta medica, soggetta nei suoi contenuti al rispetto della norma deontologica e di quella giuridica che congiuntamente implicano la piena consapevolezza delle indicazioni, delle controindicazioni, delle interazioni, dei benefici, ma anche dei rischi che ogni prescrizione sottende".
L'esperienza professionale mi porta a condividere questa interpretazione, anche se ho cercato e apprezzato la collaborazione di altri specialisti nel mio gruppo di lavoro (laureati in Dietistica e in Scienze motorie, psicoterapeuti...). Comunque, sarei lieto se questa polemica provocasse una precisazione da parte del ministero della Salute; ne varrebbe la pena, visto il proliferare dei corsi di laurea triennali (e dal prossimo anno perfino di 5 anni, come all'Universit? Campus Biomedico di Roma) con altri laureati che hanno analoghe preoccupazioni pur avendo ben pi? solide motivazioni di cultura specifica rispetto ai biologi o ai farmacisti.
Fonte: LaRepubblica
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