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Le ricerche di Gerona 2005

(26-06-07) In Europa scatta l?allarme per l?ipertensione





AGNESE ANANASSO
Ridurre la pressione con ogni mezzo e rispettare le linee guida stilate per combattere l?ipertensione arteriosa. E? questo il messaggio e l?allarme che ? stato lanciato in questi giorni durante il 17esimo congresso europeo sull?ipertensione, che si concluder? domani (19 giugno) a Milano, dopo 4 giorni di incontri e dibattiti sul futuro ma soprattutto sul presente dell?ipertensione. ?Prima di muoverci verso il futuro dobbiamo guardare alla situazione di emergenza attuale?, spiega Giuseppe Mancia, Presidente ESH (European Society Hypertension), professore ordinario e Direttore della clinica medica e del dipartimento di Medicina dell?Universit? MilanoBicocca presso l?Ospedale San Gerardo di Monza. ?L?ipertensione ? la prima causa di morte al mondo, anche nei Paesi in via di sviluppo e solo il 1520% degli ipertesi viene trattato adeguatamente. Sia perch? gli stessi pazienti non avvertono i sintomi sia perch? esiste un?inerzia degli stessi medici che non seguono proattivamente il paziente?.
A questo va unita una disinformazione generalizzata delle persone, che troppo stesso non sanno quali siano i danni che pu? provocare l?alta pressione. E per di pi? non sanno nemmeno quali siano le soglie da non superare. Secondo una recente indagine Eurisko infatti circa il 40 per cento degli italiani non conosce i propri valori pressori e solo il 20 per cento sa quali siano i valori soglia che indicano l?ipertensione. ?C?? il problema che spesso le terapie prevedono la combinazione di due o pi? farmaci?, continua Mancia. ?Invece spesso i medici somministrano terapie monosequenziali, somministrando un solo farmaco alla volta e testando quello pi? idoneo, rendendo inutili e inefficaci tutte le cure. L?avviso che vogliamo lanciare ? di abbassare i livelli pressori sotto i 14090 e, laddove esistano altre patologie (diabete, coronaropatia, malattie renali) abbassarla ulteriormente, con qualsiasi mezzo, per ridurre il rischio. Le soglie devono essere flessibili e valutate di volta in volta?.
Per questo diventa indispensabile l?assistenza di un medico competente e proattivo, che non aspetti che la pressione si stabilizzi da sola. Per questo sono state stilate delle linee guida a livello europeo, che sono state pubblicate sul Journal of Hypertension e sull?European Heart Journal, grazie al lavoro di un comitato europeo, di cui Mancia ? stato cochairman. Dal punto di vista dei farmaci stanno per essere immessi sul mercato le cosiddette "combinazioni fisse", farmaci che riuniscono in un?unica somministrazione due principi attivi. Se da una parte rendono pi? "rigido" il dosaggio dell?una o dell?altra molecola, dall?altra semplificano enormemente l?assunzione della terapia. Dice Marco Venturelli, capo per l?Italia di Novartis, azienda molto impegnata nello studio di queste nuove terapie, che proprio oggi organizza un workshop sull?argomento, e che ha sostenuto la recente campagna "Milano sfida l?ipertensione": ?Il problema ? che la maggior parte dei pazienti, circa il 70 per cento, non segue le cure come dovrebbe. Questo non fa altro che peggiorare la situazione, aumentando i rischi e gli sprechi, perch? una cura fatta male oltre a essere inefficace ? anche una spesa inutile. E? nel primo anno e mezzo che si registrano pi? abbandoni, superata questa fase il paziente acquisisce le nuove abitudini e procede con successo. Stiamo studiando dei farmaci che abbinino due principi attivi in un?unica somministrazione, come l?Exforge, un antipertensivo che combina amlodipina e valsartan (in corso di approvazione in Italia), e il Rasilez, che, funziona grazie a un meccanismo innovativo di rilascio graduale del principio curativo durante le 24 ore?.

Fonte: LaRepubblica

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