(01-07-07) L?infarto? Chi ha troppi globuli bianchi rischia di pi?
Il numero di globuli bianchi nel sangue sembra indicare quali pazienti corrano un rischio pi? elevato di essere colpiti da infarto. I risultati di un ampio studio italiano sono stati pubblicati su Blood, la pi? importante rivista internazionale di Ematologia, da alcuni ricercatori dell?Universit? Cattolica di Roma e dell?Istituto Mario Negri.
Individuare indicatori affidabili per valutare il rischio di infarto cardiaco ? un obiettivo importante per molti ricercatori. Conoscere questa informazione permette infatti di costruire strategie pi? efficaci per ridurre l?incidenza della malattia. Un gruppo di ricercatori dell?Universit? Cattolica di Roma, dell?Istituto Mario Negri di S. Maria Imbaro e degli Ospedali Riuniti di Bergamo guidati da Raffaele Landolfi, ordinario di Medicina interna all?Universit? Cattolica di Roma, studiando un gruppo di pazienti affetti da policitemia vera ha messo in evidenza il ruolo di un parametro finora trascurato: la concentrazione di globuli bianchi nel sangue.
La policitemia vera (detta anche malattia di Vaquez) ? una malattia del sangue ed ? causata da un alterato funzionamento delle cellule staminali emopoietiche del midollo osseo. Queste sono le cellule che producono tutte le cellule del sangue: globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Nei policitemici le cellule emopoietiche producono una quantit? eccessiva di tutte e tre le linee cellulari, causando una maggiore viscosit? del sangue (da cui il nome policitemia, ?pi? sangue?). La malattia colpisce pi? frequentemente gli uomini che le donne, e progredisce molto lentamente: ? per questo che per molti anni spesso i pazienti non ne registrano i sintomi.
Soprattutto a causa della viscosit? del sangue, i policitemici hanno un elevato rischio di trombosi, cio? di occlusione delle vie arteriose e venose. Le trombosi causano ischemie e infarti, che costituiscono dunque la principale causa di decesso per questo tipo di malattia.
Raffaele Landolfi con il suo gruppo studia da molti anni la policitemia. ?In questo studio?, spiega il docente della Cattolica, ?abbiamo valorizzato un parametro che spesso viene trascurato. Di solito per valutare il rischio di trombosi si tiene conto dell?et? e di eventuali precedenti di trombosi del paziente: fattori che naturalmente sono molto importanti. Noi per? abbiamo valutato anche il ruolo dei globuli bianchi?. Naturalmente, sottolineano ancora i ricercatori, esistono anche altri fattori di rischio da tenere in considerazione, e tra questi soprattutto il fumo.
Utilizzando l?enorme database ECLAP (European Collaboration on Low-dose Aspirin in Polycythemia Vera) il gruppo di Landolfi e collaboratori ha studiato il rischio trombotico di circa 1600 pazienti per alcuni anni. E si ? accorto che i pazienti con un numero di globuli bianchi pi? alto di 15 mila per microlitro aveva un rischio di infarto significativamente superiore a quello degli altri pazienti .
?Il numero di globuli bianchi sembra influenzare il rischio di infarto non solo nei policitemici?, spiega ancora Landolfi, ?ma nei policitemici la correlazione ? molto pi? netta e soprattutto pu? essere dimostrata gi? su un migliaio di persone, mentre per dimostrare questa correlazione nella popolazione generale c?? bisogno di studiare campioni di popolazione molto pi? estesi?.
La ragione di tale differenza sembra che possa risiedere nel fatto che la gamma di concentrazione di globuli bianchi nei policitemici ? molto pi? ampia (da 6 a 30 mila globuli bianchi) che nella popolazione non policitemica (in cui ? raramente maggiore di 9 mila). Lo studio apre una finestra verso una possibile nuova strategia terapeutica per diminuire il rischio di infarto: la riduzione del numero di globuli bianchi.
Fonte: Ufficio stampa Universit? Cattolica di Roma 2007.( YAHOO! SALUTE)
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