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Le ricerche di Gerona 2005

(02-07-07) Ragazzi obesi, le "colpe" degli spot




di Eugenio Del Toma
In contrapposizione con le sporadiche e insufficienti iniziative di educazione alimentare adottate nelle scuole, dilaga sulle televisioni un tam tam pubblicitario che troppo attrae l'attenzione dei giovani, favorendo il "mercato dell'obesit?" con una proposta eccessiva di dolciumi e bevande ipercaloriche. In questo scenario diseducativo, condiviso dalla maggior parte dei Paesi europei, cominciano a comparire anche iniziative spontanee di grandi gruppi industriali che hanno annunciato (come gi? nello scorso anno l'azienda inglese Masterfood) di voler sospendere la reclamizzazione di snack e merendine per i bambini al di sotto dei 12 anni.
L'iniziativa di autoregolazione merita un commento favorevole. E sulla pubblicit? e i comportamenti alimentari dei ragazzi le Coop hanno presentato, in un recente convegno romano, una meritoria ricerca che mette a confronto la situazione italiana con quella di altri 10 Paesi europei. Diciamo subito che le reti pubbliche di Svezia, Norvegia e Gran Bretagna non trasmettono pubblicit? nella fascia oraria protetta (in genere quella che dalle 16 alle 19 dedica i programmi prevalentemente ai ragazzi). Negli altri Paesi, dove per 2 settimane ? stato condotto lo studio, ogni 10 minuti i bambini europei sono indotti a mangiare qualcosa mentre i bambini italiani ricevono una dose doppia di "esortazioni" pubblicitarie, cio? una ogni 5 minuti. E' stato stimato che un bambino italiano che dedica una media di 3 ore giornaliere alla tv "subisce" circa 32.850 pubblicit? di alimenti all'anno. Tutto ci? contro ogni principio di etica pubblica in un momento in cui proprio i bambini italiani, di 8-13 anni, sembrano condividere con i coetanei greci il primato del sovrappeso e dell'obesit? in Europa.
Non si possono tentare i ragazzi, nelle troppe ore pomeridiane che passano davanti alla tv, con un bombardamento di dolciumi, di snack dolci e salati, patatine e hamburger, quasi meravigliandosi poi del gravissimo fenomeno dell'obesit? giovanile. E' socialmente incoerente e pericoloso. Tanto pi? se si considera la irresponsabile o forzata sedentariet? dei bambini che dovrebbero trascorrere non meno di un paio di ore in giochi di movimento e non su un divano.
Le strategie di seduzione pubblicitaria sono infinite e spesso (purtroppo) anche ben realizzate e accattivanti, ma la frequenza e l'intensit? delle sollecitazioni a comprare e mangiare snack ipercalorici (anche quando non si tratta di junk food, cio? calorie malamente assortite rispetto ai valori nutrizionali) ha superato in tv la soglia accettabile e rischia di diventare la principale se non l'unica fonte di educazione alimentare (in Francia si tenta almeno di mitigare il danno facendo scorrere contemporaneamente allo spot consigli nutrizionali adeguati).
La ricerca Coop, coordinata dal Dipartimento di Scienze dell'Educazione Universit? di Roma Tre, fornisce una moltitudine di dati che potranno risultare utili anche per le Autorit? sanitarie competenti perch? il numero degli spot ? davvero eccessivo, visto poi che il 36% promuove il consumo di alimenti troppo ricchi di calorie, zuccheri, grassi e non certo di verdure e frutta.

Fonte: La Repubblica.it Salute

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