(03-07-07) Legambiente: troppi pesticidi nella frutta degli italiani
di Claudio Tucci
Troppi fitofarmaci nel piatto degli italiani: le mele e l'uva sono le regine dei frutti pi? contaminati. C'? una maggiore attenzione nei controlli (13% in pi? rispetto al 2005) e sui principi attivi ricercati, ma c'? chi, come il Molise, conquista la maglia nera registrando una assenza totale di analisi nella Regione. E se l'84% delle verdure analizzate risulta regolare e privo di residui chimici, desta forti preoccupazioni il fenomeno della moria delle api a causa della diffusione in agricoltura di alcuni fitofarmaci sistemici. Sono questi, in sintesi, i numeri e le storie contenuti nel dossier ?Pesticidi nel piatto 2007?, l'annuale rapporto di Legambiente, presentato a Roma, sulla presenza di residui chimici sull'ortofrutta, realizzato sulla base dei dati forniti dai laboratori pubblici provinciali e regionali relativi alle analisi condotte nel corso del 2006.
Su 253 campioni di uva analizzati, infatti, ben 117 (pari al 46,2%) risultano contaminati da pi? di un residuo chimico, 53 rilevano la presenza di un solo residuo (21%) e 3 (1,2) risultano pienamente irregolari, cio? fuori legge per superamento dei limiti di concentrazione di residuo chimico o per uso di pesticidi non autorizzati. Solo il 31, 6% sono campioni di uva regolari, senza cio? la presenza di alcun fitofarmaco. Eclatante ? poi il caso delle mele, frutto tradizionalmente associato alla salute della persona, di cui solo il 39% risulta essere esente da pesticidi: il 30% dei campioni analizzati presenta pi? di un principio attivo e addirittura il 3,6% risulta irregolare. Anche il 20% dei prodotti derivati risulta contaminato da uno o pi? principi attivi: dato significativo se si considera come tra questi compaiano l'olio e il vino, prodotti tipici del made in Italy.
Scorrendo le pagine del rapporto, emerge che la percentuale dei campioni irregolari di prodotti ortofrutticoli rimane pressoch? invariata rispetto allo scorso anno (1,3%), mentre i campioni con pi? di un residuo diminuiscono leggermente, con un calo stimato dell'1,7 per cento. Salta agli occhi il dato sulle analisi della provincia di Bolzano, localit? a tradizionale vocazione produttiva di mele, che evidenziano 5 mele di provenienza locale con 5 residui. Anche il Dipartimento provinciale di Roma ha rilevato 5 residui in un campione di mele proveniente da Napoli, mentre l'uva ? il genere alimentare che pi? preoccupa, secondo le analisi condotte in Puglia, con 5 e 6 residui chimici rilevati contemporaneamente. Stesso trend per le analisi condotte in Lombardia.
Il rapporto registra comunque un lento, ma graduale miglioramento, a testimonianza, sottolineano da Legambiente, della maggior attenzione da parte degli operatori agricoli alla salubrit? dei cibi e alle richieste dei consumatori, sempre pi? orientati, nelle scelte, ai prodotti provenienti da un'agricoltura di qualit?. ?Il costante anche se lento miglioramento dei dati - evidenzia Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente - conferma la validit? delle nostre battaglie a favore di un'agricoltura di qualit?, il pi? possibile sana, stagionale e legata al territorio?.
Sul versante dei controlli (10.493 in tutto), inoltre, il rapporto rileva come a fronte di un aumento del 13% delle analisi sui campioni di prodotti ortofrutticoli e derivati, siano ancora molto esigue le analisi condotte sui prodotti derivati da agricoltura biologica. Nel Belpaese, infatti, si rilevano solo 394 campioni bio analizzati, un dato poco significativo se paragonato agli oltre 10.500 campioni di agricoltura tradizionale.
Il captano ? il principio attivo pi? spesso riscontrato nelle analisi. Seguono, il carbofuran, il chlorpirifos e il cyprodinil. Nella frutta presenti anche il procimidone e la propargite.
I pesticidi sono killer per l'organismo umano: alcuni principi attivi, infatti, presenti nei pesticidi, sono fra le possibili cause dell'endometriosi e dell'infertilit?. Non solo. Il rapporto di Legambiente ricorda che la diffusione di alcuni fitofarmaci sistemici in agricoltura sta determinando una significativa moria delle api. Legambiente e l'Unione nazionale associazioni apicoltori italiani hanno scritto ai ministri della Salute Livia Turco e delle Politiche agricole Paolo De Castro perch? si attivino per contrastare efficacemente il preoccupante fenomeno. Ricordando che secondo Albert Einstein, ?se l'ape scomparisse dalla faccia della terra, all'uomo non resterebbero che quattro anni di vita?.
Fonte: Il Sole24ore
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