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Le ricerche di Gerona 2005

(11-07-07) Trigliceridi insidia-cuore





Parlando di troppi grassi nel sangue ? al colesterolo elevato che si pensa come attentatore delle arterie e del cuore. Ma spesso ci sono comprimari pi? oscuri non meno pericolosi: i trigliceridi alti. Il loro ruolo come fattore di rischio indipendente di coronaropatia ? controverso, per? vi concorrono, inoltre sono componenti di quella frequente sindrome metabolica che ? causa di cardiopatie, si associano a basse HDL, aumentano il rischio di pancreatite e sono coinvolti nella steatosi, quando vengono ridotti nei dislipidemici questo si lega a meno eventi coronarici. E l?elenco delle colpe pu? continuare: ? bene perci? non sottovalutarli. Ma che cosa sono i trigliceridi, come si previene e si cura il loro eccesso?

Occhio a grassi, calorie, zuccheri
In sostanza sono i lipidi pi? abbondanti nell?organismo, presenti soprattutto nell?adipe sottocutaneo, forniti dai grassi alimentari ma anche formati come riserva energetica da altri componenti della dieta quando le calorie totali sono troppe. La prima misura nella correzione dell?ipertrigliceridemia ? quindi, come nell?ipercolesterolemia, comportamentale: da ridurre, oltre ai cibi grassi, soprattutto calorie totali, zuccheri semplici, alcol (che stimola la sintesi nel fegato); tenere poi controllato il peso e fare esercizio fisico, eliminare il fumo. Le cause dei trigliceridi alti per? non sono solo o direttamente alimentari, ci sono anche obesit?, diabete, fattori ereditari, nefropatie croniche, ipotiroidismo e altro ancora. La gestione iniziale dipende quindi dal profilo di rischio coronarico del soggetto (alto se probabilit? oltre il 20% di eventi a dieci anni anni o coronaropatia o diabete) e dal livello d?ipertrigliceridemia, che ? considerata leggera tra 150 e 200 mg/dl, elevata tra 200 e 500 e molto elevata oltre i 500. Bisogna fare counselling al paziente se ? responsabile lo stile di vita, indagare se c?? sindrome metabolica, ricercare altre cause secondarie, normalizzare la glicemia se c?? diabete. In molti casi d?ipertrigliceridemia non occorrono farmaci; quando questi sono necessari puntano a raggiungere prima di tutto gli obiettivi per le LDL.

Farmaci, combinazioni con cautela
Gli agenti farmacologici pi? usati sono le statine, i fibrati, la niacina, gli oli di pesce (omega-3). Nei casi con valori tra normali ed elevati in genere non sono necessari farmaci e il goal ? appunto ridurre in altro modo le LDL. Nell?ipertrigliceridemia elevata nei soggetti che non hanno raggiunto le LDL ideali in prima linea si usano le statine, in quelli pi? vicini all?obiettivo e non coronaropatici si possono considerare le altre opzioni, anche se i dati di efficacia come prevenzione primaria sono scarsi. Alla luce delle pi? recenti raccomandazioni per una diminuzione pi? aggressiva delle LDL nei soggetti a maggior rischio coronarico, possono occorrere combinazioni degli altri farmaci con le statine, scegliendole individualmente: per esempio niacina se le HDL sono basse e le LDL alte, fibrati se HDL e LDL sono adeguate e i trigliceridi alti, omega-3 se c?? coronaropatia. La terapia di combinazione richiede per? un attento monitoraggio e basse dosi per possibili rischi, come quello di rabdomiolisi, risultato aumentato da alcune associazioni di statine e fibrati. Nell?ipertrigliceridemia molto elevata, infine, i farmaci sono in genere necessari e spesso combinati, sempre usando cautela; se i valori sono superiori a 1000 un obiettivo prioritario ? diminuire il rischio di pancreatite acuta e occorre una dieta fortemente ipolipidica.

Elettra Vecchia
Fonte: Robert C. Oh e coll. Management of Hypertriglyceridemia. Am Fam Physician 2007; 75: 1365-71

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