(25-08-07) L'obesit? ? socialmente contagiosa
Ricerca Usa: la propensione ad ingrassare ? legata a chi ci sta intorno
Se una caro amico diventa obeso ? alto il rischio di seguirne le orme
Tutto avviene a livello inconscio: si considera normale un corpo che non lo ?
ROMA - L'obesit? non ? un virus, ma si diffonde attraverso il 'contagio sociale' tra parenti e amici. Un'indagine compiuta alla Harvard Medical School con l'Universit? di San Diego e pubblicata sul New England Journal of Medicine dimostra che l'ambiente sociale in cui viviamo facilita i chili di troppo perch? gli stili di vita si trasmettono. Secondo la ricerca, infatti, il rischio di diventare obesi aumenta in relazione alle persone con cui si sta a contatto. Chi ha un amico 'oversize' pu? ingrassare quasi tre volte di pi? di chi non ha un amico che veste la taglia 'xxl'.
La ricerca. Per 32 anni gli studiosi americani hanno osservato 12.067 persone legate da rapporti di parentela, amicizia o semplicemente di vicinato, per un totale di 38.611 legami sociali. Il risultato ? sorprendente. Se un caro amico diventa obeso, il rischio obesit? aumenta dal 57 al 171%. La percentuale scende al 40% se ad avere forme abbondanti ? una sorella, ed ? del 37% se si convive con un coniuge extralarge. Questi dati dimostrano un altro elemento singolare. Il contagio sociale dell'obesit? non avviene tanto tra parenti o vicini di casa, quanto tra amici. Il rischio aumenta se sono dello stesso sesso, mentre non ? influenzato dalla vicinanza gli uni dagli altri: il contagio si ? diffuso anche tra persone che vivevano a 500 miglia di distanza. Parimenti, secondo lo studio, anche la magrezza sarebbe 'socialmente contagiosa'.
L'inconscio. Secondo uno degli autori dello studio, il ricercatore Nicholas Christakis, la causa dell'obesit? non sono n? i geni, n? le cattive abitudini alimentari. I motivi che portano a ingrassare sono pi? sottili e agiscono a livello inconscio. Quando i nostri cari sono obesi impariamo ad accettare come normale una forma del corpo che, invece, normale non ?. "Se una persona a cui siamo legati diventa obesa - spiega Christakis -, inconsciamente cambiamo il nostro modello di riferimento. Le persone, in pratica, si convincono che va bene essere pi? grossi perch? lo sono anche le persone che stanno intorno a loro".
Gli effetti. L'impatto dei legami sociali sull'obesit? possono avere un effetto importante sulle politiche di prevenzione del fenomeno. "Lo studio mostra che persone obese o non obese non solo tendono a frequentare persone simili - dichiara Christakis -, ma che questo ? dovuto a un diretto legame causale. Le implicazioni socio-sanitarie di questi dati sono molto importanti, perch? se aiutiamo una persona a perdere peso e a tornare in forma per prevenire disturbi cardiovascolari, ne staremo spingendo almeno altre quattro o cinque a fare la stessa cosa".
Le altre ipotesi. La teoria elaborata a Harvard arriva a pochi mesi di distanza da quella elaborata nell'universit? dell'Wisconsin da Leah Whigham, che sostiene che l'obesit? sia un vero e proprio virus. La ricercatrice americana, infatti, sostiene che il responsabile dei chili di troppo ? l'Adenovirus 37, un virus simile a quello del raffreddore. In pratica l'obesit? sarebbe una malattia che si diffonde come l'influenza e si potrebbe addirittura arrivare a un vaccino. Tuttavia la comunit? scientifica muove critiche a questa teoria e ribadisce che l'epidemia di obesi nei paesi occidentali ? dovuta all'eccesso di alimentazione e ai troppi cibi grassi.
Fonte: LaRepubblica
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