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Le ricerche di Gerona 2005

(27-01-06)Paesi in via di sviluppo, il benessere porta anche obesit?



A cura de Il Pensiero Scientifico Editore

? quanto riferito in una nota da Alfonso Siani, ricercatore dell?Istituto di scienze dell?alimentazione del Consiglio nazionale delle ricerche di Avellino, che fa il punto sulle cause del problema dilagante che nell?ultimo decennio ha lasciato registrare il raddoppio della percentuale di persone in sovrappeso o obese a livello mondiale e che sta investendo anche i paesi in via di sviluppo.
In questi paesi, ha dichiarato Siani, per la prima volta il numero degli individui in sovrappeso ha superato quello dei sottopeso. Il problema, ha spiegato l?esperto, ? che anche nei paesi in via di sviluppo la dieta sempre pi? calorica e lo stile di vita sedentario, dovuto anche alla crescente automazione del lavoro, hanno avuto conseguenze rilevanti. Nel giro di pochi anni, ad esempio, ? notevolmente aumentato il numero di cinesi in sovrappeso, mentre in India, paese che ospita circa la met? della popolazione sottonutrita del mondo, ? in eccesso di peso il 55 per cento delle donne tra i 20 e i 69 anni.
Poi c?? il problema delle minoranze etniche dei paesi occidentali, delle comunit? cio? di individui che, emigrati da altri paesi, hanno pian piano fatto propri gli stili di vita occidentali, anche quelli pi? svantaggiosi per la salute come il fumo e l?alimentazione scorretta. Ecco allora che, solo per fare qualche esempio, la percentuale di diabete di tipo 2 ? in aumento nella popolazione di colore degli Usa, tra gli aborigeni australiani e gli immigrati dal sud-est asiatico nei paesi industrializzati. Ad esempio, in Inghilterra gli immigrati dal terzo mondo hanno una prevalenza di diabete superiore a quella della popolazione originaria del paese.
Le popolazioni del Terzo mondo che si trasferiscono nei paesi industrializzati vanno quindi incontro, nel giro di una o due generazioni, a un forte aumento di peso, con un rischio di malattia pari o superiore agli abitanti autoctoni. Come si pu? spiegare questo fenomeno? Non sarebbe esaustivo n? del tutto corretto dare la ?colpa? alla ricchezza crescente e quindi alla maggiore disponibilit? di cibo da cui le popolazioni di paesi che lentamente escono da uno stato di assoluta povert? fortunatamente traggono benefici in termini di aumento di salute, qualit? e aspettativa di vita. Il problema va ricercato nel fatto che i nuovi stili di vita devono essere inquadrati anche tenendo conto di altri aspetti di queste popolazioni.
Infatti non bisogna dimenticare che l?obesit? ? una malattia multifattoriale, ha spiegato Siani, che dipende cio? da varie cause, non solo ambientali come le abitudini di vita, in particolare quelle alimentari, ma anche da fattori ereditari: la componente genetica contribuisce per circa il 25-30 per cento alla malattia. E il peso dei geni sull?obesit? ? confermato dalla scoperta, finora, di pi? di 300 geni o marcatori genetici ad essa associati, ha aggiunto l?esperto. ?Un dato preoccupante per la salute pubblica ? ha osservato Siani - poich? sovrappeso e obesit? sono associati a rischio molto elevato di sviluppare diabete di tipo 2, ipertensione, infarto del miocardio, ictus cerebrale, osteoartrosi ed alcune forme di cancro?.
Ci? significa per esempio che nei paesi poveri o che sono stati poveri per molto tempo si ? fatta strada una fascia di persone geneticamente predisposte a conservare al meglio le riserve energetiche nell?organismo (persone con ?genotipo risparmiatore?). Questo tratto genetico, se positivo in un ambiente ostile con scarsa presenza di cibo, predispone al sovrappeso in una realt? dove di cibo ce n'? in abbondanza, ha spiegato Siani. Non a caso, studi sui topi del deserto dimostrano che questi animali, pur mantenendo inalterato il peso corporeo nel loro habitat naturale, appena trasferiti nei laboratori con cibo a volont? sviluppano obesit? e diabete.

Istituto di scienze dell?alimentazione - CNR di Avellino

Paola Mariano

Fonte:Yahoo salute

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