(17-12-07) OBESITA':RAPPORTO GB,BIMBI VIVRANNO UN ANNO MENO DI GENITORI
ROMA, 5 DIC - La speranza di vita dei bambini obesi di oggi sara' con grande probabilita' inferiore di un anno rispetto a quella dei loro genitori, e questo proprio per gli effetti legati all'obesita'. L'allarme arriva da un recente rapporto del governo inglese ed a renderlo noto e' stato oggi Francesco Branca, dell'ufficio regione europea dell'Oms, in occasione di un convegno sull'obesita' promosso dal ministero della salute.
''In Gran Bretagna - ha detto Branca - un rapporto governativo ha stimato che l'attuale generazione di soggetti obesi, in particolare i bambini, potrebbe con grande probabilita' avere una durata di vita media inferiore e vivere un anno di meno rispetto alla passata generazione''. Questo significa, ha rilevato l'esperto, che l'obesita', ''oltre ad essere una emergenza a livello internazionale, portera' anche degli effetti concreti sulla durata della vita media''. Effetti in controtendenza, dato l'aumentare della speranza di vita negli ultimi anni in vari paese. Gli esperti britannici, dunque, ''stimano che ci sara' una speranza di vita abbreviata per effetto dell'obesita' e questa proiezione - ha sottolineato Branca - potrebbe verificarsi anche nel nostro paese''. Quanto alle strategia di contrasto del fenomeno, l'esperto ha sottolineato come sia necessaria una ''strategia a livello europeo''. A questo proposito, ha ricordato, lo scorso settembre e' stato approvato dagli stati Ue un Piano di azione per la nutrizione che prevede 6 aree di azione: dall'incentivazione di un'alimentazione sana fin dall'inizio (con l'allattamento al seno) a campagne informative per la popolazione e precisazioni di monitoraggio delle politiche messe in atto. Le misure sulle quali si punta maggiormente a livello europeo, ha concluso Branca, ''sono indubbiamente gli interventi nelle scuole, misure finalizzate alla riformulazione dei prodotti alimentari e ad una regolamentazione della pubblicita'. Per quest'ultimo punto si tratta di una battaglia dura poiche' ci sono vari interessi in gioco, ma c'e' anche un grande consenso da parte dell'opinione pubblica europea''.
Fonte: Ansa/Federfarma
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