Seguici su acebook facebook Cerca nel sito:

Le ricerche di Gerona 2005

(20-01-08) Attivit? fisica e riduzione del rischio cardiovascolare



L?attivit? fisica regolare e costante ? in grado di ridurre il rischio cardiovascolare. Questo ? stato confermato da ampi studi epidemiologici che hanno dimostrato una significativa riduzione sia della mortalit? cardiovascolare, sia di quella totale, in soggetti che praticano regolarmente attivit? fisica (1,2). La sedentariet?, in aumento, sta divenendo uno dei fattori principali di rischio di mortalit? globale e cardiovascolare (3); ? stato stimato che eliminando questo indicatore di rischio si ottiene una riduzione delle malattie cardiovascolari del 15-39%, di ictus del 33%, di cancro del colon del 22-33%, di fratture ossee secondarie ad osteoporosi del 18% (4). Si ? sempre ritenuto che il meccanismo con cui l?attivit? fisica ? in grado di modificare favorevolmente il profilo di rischio cardiovascolare della popolazione ? legato ad una sensibile riduzione degli effetti legati ad altri principali fattori di rischio noti come il fumo, l?eccedenza ponderale, il quadro metabolico sia glucidico che lipidico, l?ipertensione arteriosa.

Circulation ha pubblicato i risultati di un'ampia ricerca epidemiologica (27.055 donne apparentemente sane seguite per un periodo medio di 10,9 anni), che ha voluto valutare se questo fosse il solo meccanismo di riduzione del rischio cardiovascolare correlato all?attivit? fisica e l?entit? relativa corrispondente alla variazione di ciascuno degli elementi di rischio modificabili.

Il dato fondamentale e nuovo che sembra emergere dall?indagine ? il peso rilevante (32,6% del totale) dell?influenza dell?esercizio fisico ha nel modificare fattori infiammatori e di emostasi, di importanza rilevante nel determinare il danno cardiovascolare.

? stata infatti riscontrata una differenza significativa nella misurazione di alcuni importanti biomarker sierici di infiammazione ed emostasi nei soggetti fisicamente pi? attivi rispetto ai sedentari, come, ad esempio, proteina C reattiva, fibrinogeno e molecole solubili di adesione. Come era prevedibile, una considerevole percentuale della riduzione del rischio sembra restare legata alla differenza rispetto ai principali fattori di rischio conosciuti tra sedentari e fisicamente attivi, calcolata in circa 59% del totale; sebbene i singoli fattori presi in considerazione separatamente non superino quelli relativi al quadro di infiammazione ed emostasi gi? considerato. La riduzione dei valori di pressione arteriosa ? risultata responsabile del 27,1% della diminuzione del rischio, quella dei nuovi parametri di assetto lipidico (lipoproteina a, apolipoproteina A1, e B 100) del 15,5%, di entit? inferiore rispetto a quella relativa ai lipidi tradizionali (colesterolo totale, HDL, LDL; 19,1%). La riduzione del peso corporeo ? risultata avere un'incidenza relativa pari al 10,1% del totale di riduzione del rischio ed il miglioramento dello stato di diabete o emoglobina glicosilata del 8,9%. Un effetto trascurabile ? quello relativo ad altri indicatori di rischio (<1%), meno potenti, come omocisteina e creatininemia.

Infine, ancora una conferma di una riduzione del rischio cardiovascolare con un incremento lineare in rapporto all?entit? ed intensit? dell?attivit? fisica. Misurando l?intensit? di questa ? stata infatti registrata una riduzione del rischio cardiovascolare rispettivamente di 27%, 32% e 41% per livelli di attivit? fisica crescenti di 200-599 Kcal/settimana, 600-1499 Kcal/sett. e >1500 Kcal/sett.

Fonte

Mora S, Cook N,Buring JE, Ridker PM, Lee I-M. Physical Activity and Reduced Risk of Cardiovascular Events. Potential Mediating Mechanisms. Circulation 2007; 116: 2110-2118

Bibliografia

Blair SN, Kohl HW, Barlow CE, Paffenberger RS, Gibbons LW, Macera CA. Changes in physical fitness and all cause mortality A prospective study of healthy and unhealthy men. JAMA 1995; 273: 1093-1098
Erikssen G, Liestol K, Bjornholt J, Thaulow E, SandviK L, Erikssen J. Changes in physical fitness and changes in mortality. Lancet 1998; 352: 759-762
Booth FW, Gordon SE, Carlson CJ, Hamilton MT. Waging war on modern chronic diseases: primary prevention through exercise biology. J Appl Physiol 2000; 88: 774-787
Giada F, Biffi A per Task Force Multisocietaria (FMSI, SIC Sport, ANCE, ANMCO, GICR, SIC). La prescrizione dell?esercizio fisico in ambito cardiologico. G Ital Cardiol 2007; 8 (11) 681-731

Univadis.it





News

  • (30-08-2018) The electronics in fluorescent bulbs and light emitting diodes (LED), rather than ultraviolet radiation, cause increased malignant melanoma incidence in indoor office workers and tanning bed users

    Leggi tutto

  • (30-08-2018) Mitocondri e peso forma

    Leggi tutto

  • (29-08-2018) Stroke now impacting younger patients as a result of the obesity epidemic; 4 in 10 are now aged 40-69

    Leggi tutto

  • (29-08-2018) Perdere peso non vuol dire perdere osso!

    Leggi tutto

  • (29-08-2018) Brain cholesterol: long secret life behind a barrier.

    Leggi tutto

  • (29-08-2018) Stile di vita sano? Si può, basta usare la fantasia

    Leggi tutto

  • (22-08-2018) Top 10 medical treatments that can make you SICKER than before you took them

    Leggi tutto

  • (22-08-2018) Meno ansia - C’è una associazione tra dieta e disturbi mentali?

    Leggi tutto

  • (22-08-2018) Dietary curcumin supplementation attenuates inflammation, hepatic injury and oxidative damage in a rat model of intra-uterine growth retardation.

    Leggi tutto

  • (22-08-2018) Dopo la gravidanza - Una dieta a basso indice glicemico se serve perdere peso

    Leggi tutto

  • (21-08-2018) Sleep Disturbances Can Be Prospectively Observed in Patients with an Inactive Inflammatory Bowel Disease.

    Leggi tutto

  • (21-08-2018) Anche i neo-papà soffrono della depressione post partum

    Leggi tutto


In evidenza

"L'informazione presente nel sito serve a migliorare, e non a sostituire, il rapporto medico-paziente."

Per coloro che hanno problemi di salute si consiglia di consultare sempre il proprio medico curante.

Informazioni utili